lunedì 9 novembre 2015

Racconti per bambini 8 - 10 anni _ ° Marica e l'inno alla vita





Marica era una ragazza alla quale piaceva sognare
cantava l'inno alla vita
forse davvero niente l'avrebbe fermata
ma il suo punto delicato
era lasciare aperto il cuore
e donare l'amore.
Passavano i giorni
passavano le ore
passavano gli anni
e di Marica nulla più si seppe
Non ne era rimasto nemmeno quell'inno
a consolare quei sogni nei suoi diari.
Un giorno per caso tornò alla vecchia casa
della ragazza una donna
che chiese di lei,
la madre senza starsene a denti stretti
rispose che un uomo le distrusse i sentimenti
e di Marica non rimase nemmeno l'odore.
Un amico della ragazza disse invece che
erano stati un uomo e la madre a distruggerle
i sentimenti.
Un'amica disse invece che erano stati un amico,
un uomo e la madre a distruggerle i sentimenti.
Ancora più avanti si seppe che erano stati la famiglia,
gli amici, i parenti e l'uomo.
Sta di fatto che di Marica nulla più si seppe.

La donna percorse a piedi i tragitti con cui Marica
consolava i suoi pensieri, così tutti le dissero.
Arrivò lungo il fiume nascosto fra i boschi
e quando la donna si avvicinò alla sponda.
Vide il viso di Marica specchiarsi di nuovo in
quello scorrere del tempo.
E disse alla ragazza:

"Cara mia, qui tu sei andata via,
ma hai lasciato solo cuori mendicanti,
e nessuno che ti abbia amato
fatto di te la colonna del suo cuore.
Qui hai lasciato che tutti parlassero di te
ma nessuno che pregasse per te
che sognasse per te, in te,
che credesse per te, in te.
Come segno alla vita.

Nessuno in te ha ritrovato se stesso
ed i suoi sogni."

La donna tornò poi indietro,
percorse altre strade,
vide i posti che frequentava da ragazza
ed ebbe il coraggio di bussare,
di bussare di nuovo alla porta di quell'uomo.
Ma quando lui rispose,
il tono della sua voce, fece esplodere
in coriandoli l'animo di Marica.
Rimase per qualche istante in silenzio
e poi disse "Sono qui per parlare di lei".
Ma l'uomo non capii e quando aprì
il suo portone.
I loro occhi tornarono a scrutarsi
come in quegli ultimi giorni.

Ancora una volta i sogni di ormai
donna, raggiunsero un cielo troppo
stretto per espandersi.
Per espandersi lì, con lui.
Con lui che non aveva dato
voce al cuore.
Nemmeno in quell'istante che avrebbe
potuto ancora immergersi in lei..

Marica se ne andò.
A che è valso andarsene e andarsene ancora,
mormorò fra sé.
Veramente nessuno in me
ha ritrovato se stesso ed i suoi sogni?

Vide un'anziana signora portare con sé
una pesante borsa
e quando la raggiunse per aiutarla
l'anziana signora le sorrise
afferrò il braccio di Marica e le disse:

"Lasciami credere ragazza, che io possa ancora farcela".

Marica pianse e disse al vento
lasciami credere che io possa farcela, farcela ancora.

Si asciugò le lacrime e tornò a cantare,
a cantare l'inno alla vita.
A credere che le persone alle quali ha donato il suo cuore
abbiano trovato in lei l'inno alla vita,
ai sogni, all'amore, alla speranza, al coraggio..
ed infine ma non per ultimo,
l'inno a se stessi.

Docean Drop





sabato 7 novembre 2015

A small room with large windows





è stata la mia salvezza trovare le parole per smettere di deglutire i sentimenti.
Oggi ho volato, ho volato in alto.
In un cielo azzurro che è una fortuna trovarlo limpido.
Ho bagnato le mie ali e mi sono scaldata con il Sole.
Lontano da tutto, ho sentito il cuore palpitare.
I polmoni riempirsi e svuotarsi d'aria.
Come una silenziosa danza.
Ho tutto e niente.

Ho tutto e niente.
E che mi importa.
Se piango, piango.
Se rido, rido.
Non ho paura di essere ciò che sono.
E se non vola al mio fianco un falco o un gabbiano.
Ho chiuso gli occhi al basso,
e li ho aperti all'alto.

Una pozzanghera mi ha strappato il sorriso.
L'ho ridisegnato osservando l'amore per la vita.
La magia non è morta.
Non è fantasia.
Ancora luccica l'alchimia.




At least today




Tramonto.
Rosso chiarore.
Tingi la pelle.
Ombre blu sorseggiano
l'ultimo brindisi al giorno.

Sorrido alla notte.
At least today.


giovedì 5 novembre 2015

And miles to go before I sleep


When I was a child, when I was a young girl and Now I am myself.



Mi svegliai come succede ormai sempre, nel cuore della notte.
Potrei iniziare scrivendo che oggi è il giorno in cui mi ricordo di quella volta che mi riportarono mio padre in orizzontale.
Invece mi viene in mente quando a 14 anni iniziai le superiori.
In un ambiente totalmente nuovo in cui volevo dare il meglio di me e nascondere i due
anni passati nel tormento del vuoto, di un'amicizia finita, oltre che di un genitore ormai distante anni luce in chissà in quale altra dimensione.
Mi torna in mente quando un pomeriggio di questi, sentivo l'ansia alle stelle.
Fingevo di sorridere e di nascondere il lato di una bambina che odiava con tuttak se stessa
il mondo e amava sfidare i suoi coetanei per non sentirsi inferiore e allo stesso tempo per non sentirsi come loro.
Nascondevo la rabbia, mi convincevo di non averne più.
Invece quel pomeriggio di novembre stava piovendo.
Le foglie gialle si aggrappavano all'asfalto, umide e marce.
Era comunque piacevole vedere che il bosco non fosse grigio ed incazzato come il cielo.
Sentivo che dovevo camminare, nascondermi.

E ciò che mi bussò nel cervello fu proprio questo gesto di nascondermi, come da bambina che mi annullavo, in silenzio, non rispondevo nemmeno al richiamo della mia famiglia
nonostante li vedessi preoccupati.
Come quella volta che nell'appartamento in cui stavamo, io mi sedetti sotto lo stendino dei panni nel terrazzo, passarono le ore e quando mi cercarono nessuno fu in grado di vedermi.
Pensai ma tu guarda questi che mi passano davanti di continuo e non riescono a notarmi anche se non sono totalmente sotto lo stendino.
Mi viene da sorridere per come poi mi sono alzata solo perché stanca di starmene seduta e con tutta tranquillità apparsi di fronte a loro in silenzio con un sorriso.
Quando risposi alle loro domande su dove fossi, erano sbalorditi ed irritati più che mai.
A buon ragione.
Non mi sentii in colpa nemmeno quando vidi mia madre che le prese un malore e stava sul divano in cerca di ritrovare sensi e logica.
Sentii un lieve dispiacere nel vederla ad occhi chiusi cercando di equilibrare il respiro.
Ma nessun senso di colpa.

Ritornando a quel pomeriggio di novembre, ricordo che presi l'ombrello ed uscii di casa di tutta fretta.
Una volta giunta in campagna mentre il temporale si faceva più forte, scoppiai a piangere.
Un pianto assordante dentro al cuore.
Gridavo fra le lacrime, senza più stringere i denti.
Era rabbia, era frustrazione, era dolore, era solitudine, era tutto ciò che mi feriva.
Mi sentivo un tutto uno con il cielo, con la terra, con i tuoni, con le foglie, con il vento.

Vedevo il mondo per come lo sentivo: un posto finto con persone finte che nascondevano se stesse. Ma io non avevo più nessuno con cui parlarne dopo che mi innamorai di mio padre e il destino (la montagna..) se lo portò via. Finché puntavo al cielo ed a scoprire i misteri della natura, già attratta dalla più tenera età, della gente, dei bambini come me che giocavano e guardavano cartoni animati, me ne importava ben poco.
Ho sempre sentito di essere qui per uno scopo che solo io posso sentire.

Ma l'amore ha uno strano effetto. Mio padre non fece in tempo ad insegnarmi che non era saggio fare di una persona il proprio centro vitale, ma che era necessario continuare ad essere liberi ed indipendenti. Ma come fai a capirlo quando ami con tutta te stessa una persona? Quando solo la sua presenza ti fa sentire protetta da chi non sa manifestare affetto, gioia, fiducia, avventura, coraggio, resilienza, indipendenza, Amore per la vita.
Come capita ad ogni individuo di trovare un punto di riferimento, così trovai in lui la ragione per mostrargli i miei progressi, i miei sorrisi, le mie abilità nella scrittura, nel gioco, nella fantasia, nello scoprire vasti spazi dentro di sé e che tutto sia straordinariamente meraviglioso e magico.. come la vita, come il legame creatosi fra un padre e una figlia.

L'amore, quindi, ha uno strano effetto. Se il destino aveva deciso che mio padre non avrebbe fatto in tempo ad insegnarmi le sfumature del sentimento, lo avrebbe fatto la vita con le sue esperienze.
Con le sue trame incantevoli. Credo di aver passato la maggior parte della mia adolescenza e qualche anno più avanti a piangere. La maggior parte del tempo a cercare indirettamente qualcuno che mi apprezzasse e mi vedesse speciale come solo mio padre sapeva fare.

Mi viene in mette tutte quelle volte che mi sono guardata allo specchio e dietro quello sguardo profondo, un fuoco che ha sempre desiderato ardere e mordere la vita.

Mi viene ancora in mente le volte che correvo in mezzo alla natura, alla ricerca dei suoi misteri, fingermi capitano o maga dei boschi, niente mi avrebbe fermato. Con sfide difficilissime con mostri e nemici che mi avrebbero stremata ma a fine giornata io sarei riuscita a sconfiggerli tutti, a farli tacere, a domarli e poi a volte a renderli amici.

In fin dei conti non è stato tutto cosi tragico, in qualche modo ho avuto le mie fortune.
La fortuna di incontrare persone che hanno fatto un pezzo di strada insieme a me, mi hanno voluto bene ed io ho voluto bene a loro. Mi hanno lasciato qualcosa su cui rendermi consapevole. Spero di aver ricambiato.

Questa notte mi sono dunque chiesta: Ed ora come vedo il mondo?
Ho riso, ho riso davvero.
Vedo che siamo tutti sullo stesso pianeta Terra (Terra chiama casa, Terra chiama casa!) , la migliore espressione è che siamo tutti sulla stessa barca, ma ciò che ci differenzia è il modo in cui siamo su questa barca.
Qualcuno rimane a godersi il panorama, qualcuno a prendersi l'angolo migliore.. e qualcuno altro ancora a costruire la sua zattera con ciò che trova per buttarsi a mare e trovare terra.

Ed io dove sono in tutto questo?

Sto cominciando a costruire la mia zattera.

Con Amore, ciao barca.








mercoledì 4 novembre 2015

Into the open



I just want to go
But I didn't wanna let go
I just want to go
But I didn't wanna let go

And I find myself
In a fleeting moment
Traveling far and wide
To the great big open

Things are coming into focus
Things are coming into focus
I've got wind in my face and it's getting me on
I've got wind in my face and it's getting me on

All of this time I was searching
Searching for my home
And I discovered
Home is where I am



[ into the open - Heartless bastards ]




lunedì 2 novembre 2015

Vola





Giornata splendida.
Cielo apparentemente pulito.

La mente sguazza in un lago.
Provo a fare due conti.
Poi mi guardo allo specchio.
Sospiro.

Non c'è niente a cui posso aggrapparmi.
Perciò sorrido.
Mi affaccio ancora allo specchio.
Occhi gonfi.
Segno di notte insonne.
Sono me stessa, non rimpiango
almeno,
di trattenere o di fingere.

Alla finestra un passerotto
si appoggia alla ringhiera.
Si guarda attorno.
Poi vola.

E poi,
vola..

venerdì 23 ottobre 2015

Everest - Storia di uomini per mete incerte.



Voglio parlarvi di questo film che ho visto in settimana.

Non mi intendo di cinema, posso solo descrivere che tipo di emozioni e riflessioni mi ha trasmesso.
Dopo le premesse, veniamo al punto.

Perché ho voglia di parlare di questo film?
è molto semplice.
Vi siete mai chiesti perché certe persone scelgono di intraprendere percorsi apparentemente impossibili o definitivamente impossibili?
Personalmente me lo chiedo da quando sono nata a volte con una certa irritazione: perché non se ne rimangono a casa tranquilli a godersi la vita?
Poi arriva un giorno in cui mi guardo allo specchio, è uno di quei giorni soliti in cui vorresti sparire, annullarti, in cui ti senti apatica, e ti chiedi ma che razza di vita sto facendo? Che strada sto intraprendendo? Mi sento infelice.
E sapete perché?
Perché noi non stiamo Vivendo.
Stiamo semplicemente Esistendo.
Aggrappandoci a quei pochi istanti di quiete emotiva.. poi ritorna la tempesta, talvolta è solo nebbia e ghiaccio intorno al cuore.

Ma cosa stiamo aspettando? Aspettando Godot.
Intanto le nostre energie sono dirette verso la deriva: infelicità, insoddisfazioni, disturbi, malattie..

Ti svegli durante la notte: Ma cosa sto aspettando? Perché ho smesso di sorridere?

Dunque arriva "Everest" storia vera di persone che per motivi apparentemente insoliti scelgono di prefiggersi un obiettivo: giungere alla vetta della montagna.
Storia di coraggio, tenacia, resilienza, sacrificio.
Perché ho scelto di vedere questo film?
Per lo stesso motivo che ha accompagnato i protagonisti di questa storia a tuffarsi in una sfida, non contro il tempo e nemmeno contro se stessi, ma una sfida nel cercare di raggiungere lo scopo delle loro esistenze. 
In questo caso è il destino sotto le vesti della montagna a scegliere per loro se il viaggio intrapreso li renderà uomini liberi o vittime delle loro paure e specialmente delle loro menti.


Voglio citare brevemente la risposta di un esperto scalatore sul concetto di competizione fra uomini:
"Non vi dovrebbe essere alcuna competizione fra uomini, la vera competizione qui è fra l'uomo e la montagna. E l'ultima parola spetta sempre alla montagna."
Non tutti i partecipanti riusciranno a superare gli ostacoli posti.. da chi? Da se stessi o dalla montagna?
Questa è la domanda che mi ha sollazzato il cervello per tutto il secondo tempo del film.
Trovando solo qualche giorno dopo la risposta.

Se siete in viaggio nelle vostre vite verso mete ignote ma di cui vi sentite attratti Everest vi renderà partecipi di una storia che vi lascerà interdetti.
Senza risposte certe se non che.. l'ultima parola spetta sempre al destino.



Recensione piacevole:

http://www.culturaeculture.it/spettacoli/everest-film-trailer-recensione-68241/

lunedì 14 settembre 2015

Osservazione allo specchio - Meditazione




Vi era spesso nel mio sguardo il crepuscolo delle luci. Si annidavano fra le pupille le speranze ed i sogni come nodi stretti ad un'ancora ferma.
Mi osservavo con estrema attenzione come spesso capita quando cerchi qualcosa al di là dell'orizzonte. 
Perché era così difficile togliere quell'irritazione dall'animo? 
Cos'era quella tristezza viva sotto le dune del tempo?
Quante altre persone si sentivano come me?
Sospiravo nel silenzio di una stanza troppo stretta per i miei pensieri. 
Osservavo in fondo al cuore il dramma della mia esistenza e sospirai ancora.
A cosa mi serve vivere al di qua delle barriere? 
La sensazione di sentirsi profondamente soli, ad ascoltare poi, i propri turbini emotivi.
Mi distesi sul pavimento a fissare quel soffitto pallido.
Immaginai per un istante di varcare le porte del tempo e di trovarmi altrove, di notte in una tenda vicino alla riva di un mare inquieto. 
Provai un nodo alla pancia, mi sentivo come questo mare immaginato in mezzo al nulla con accanto una tempesta invisibile da far passare.
Padrona e vittima di me stessa, quale idiozia.
Ero confusa nel cosa provare. Compassione,  pensai, compassione per me e per tutto il mondo.
Piangevo in un posto che era solo nella mia immaginazione ed allo stesso tempo sorrisi. 

Che beffa è scoprirsi umani!
Non so in quale altro angolo della mente Immaginai di accarezzare una me stessa troppo sensibile e ferita. Ferita da chi?
Ogni persona è ferita, ogni colpevole una vittima.

Quando imparerò a vivere ogni giorno senza perdere di vista il mio centro?
Che domanda..

Eppure al di là di ogni osservazione, sentii che l'essenza stava lentamente maturando come una pianta, anzi, avvertii come le radici cominciavano ad allungarsi verso un nucleo..il nucleo dell'Universo. 



venerdì 11 settembre 2015

Esperienza di Meditazione - La fame d'amore



Balzano alla mente emozioni, tra le cime del passato, le pianure del presente ed gli oceani del futuro.
Fanno capolino tra uno spazio e l'altro, mi rivedo bambina, poi adolescente  e di nuovo adulta, a balzi come i passi del bianconiglio. Ecco, di nuovo sentire alle mie spalle quelle risa di bambina, sto di nuovo giocando a nascondiglio.
Un tonfo e di fronte rivedo me bdolescente che cade a terra, nella palestra delle scuole superiori mentre gioca a coppia con la sua coetanea pallavolista.
Mi osservo senza dire una parola.
Vedo in alto un cielo azzurro attraversato da nubi bianche, soffiate dal turbine del vento.
Il tempo passato.
Avverto un leggero solletichio sulla schiena, il punto preciso è in alto fra le scapole.
Vorrei quasi quasi grattarlo, ma lo lascio fare.
La vita è un continuo flusso di esperienze.
D'improvviso sono sulla punta di una costa frastagliata, osservo l'altezza immensa che mi separa dalle onde di un mare impetuoso.
Che strano trovarsi faccia a faccia con se stessi.
Non provo alcuna emozione travolgente, riesco solo ad osservare..ma quel formicolio sulla schiena mi fa venire quasi voglia di volare, lentamente planare su quel mare impetuoso e lasciare che le onde si avvicinino senza sfiorarmi.
Mi fisso a guardare un nero scoglio e la spuma di mare che lo circonda ad ovest. Rimango incantata da quel contrasto di bianco e nero.
Sembra che mi stia muovendo sempre più verso quel bellissimo contrasto.
I colori rimangono distinti eppure si affrontano in armonia.
Bene, ora avverto il bisogno di piangere e gridare.
Che nervoso, lasciami delirare, lo dico forte a me stessa.
Disegno una smorfia sul viso.
Mi sento triste, malinconica.
Mi manca.. ma cosa?
Distolgo l'attenzione, ci provo. Guardo la vegetazione di un bosco,
mi butto a terra, non ce la faccio, mi manca, aiuto per l'amor del cielo!
Ma cosa, cosa mi manca?dannazione riprenditi!
Dove sei, mi ripeto, dove sei. Poi capisco. E mi rispondo lui non c'è, non c'è nessuno qui, sei solo te stessa. Ricordi, stai semplicemente meditando.
Sento una lacrima rigare il viso.
È il vuoto, non so per qual motivo, il vuoto del legame è tornato.
Non lasciarti catturare dal vortice della mente, al momento non mi è da aiuto.
Come è freddo questo posto, senza mio padre sono perduta, santo cielo non lo sento, non lo sento,
dove sei finito rispondi!

Rimango in attesa, aspetto di riprendermi, è del tutto inutile parlare a me stessa in questo istante.
Vedo comparire una bambina dietro il tronco di una folta quercia.
Ha lo sguardo assente, le labbra pietrificate ed intreccia le dita sul bianco vestito.
So benissimo chi sia.
I suoi lunghi castani capelli mi ricordano le sere passate a spazzolarli prima di coricarsi a letto.
Sospiro, provo una grande compassione.

Cara bambina, qui, io solo posso amarti, solo a me ti puoi affidare, perché solo cosi potrai di nuovo ritrovare la tua metà.
Tuo padre sono io ed io sono tua madre, sono la Luna ed il Sole, sono la Madre Terra e l'Universo.
Con me puoi ritrovare le origini ed il legame.
Con me.. la fame d'amore avrà fine.

Sento un nodo in gola, il respiro si fa più assente.
Apro gli occhi e porto le mani al viso.
Le lacrime sono un fiume in piena, singhiozzo senza fine.

La meditazione era bella che finita, ma dentro provai una nuova sensazione:
fu come sentire la piccola mano afferrare la mia maglietta.
Forse sono riuscita a recuperare quella bambina in balia del suo vuoto,
forse sono riuscita a portarla con me al di là del silenzio.

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Cari lettori, questo testo è il risultato di un flusso di immagini avvenuto durante una semplice meditazione. L'esercizio consiste nell'osservare ciò che accade dentro e al di fuori di noi, lasciando la mente fluire nei pensieri nel caso in cui sia necessario.
Può accadere inoltre di avere la possibilità di risolvere i nostri nodi interiori tramite immagini e un dialogo interiore.
Il tipo di meditazione che sto sperimentando da tre mesi è conosciuta come "Meditazione Vipassana" .
Un buon testo in cui trovare informazioni è dalla casa editrice Ubaldini Editore, l'autore Dhiravamsa dal titolo "La via dinamica della Meditazione - La guarigione dal dolore e dalla sofferenza mediante le tecniche meditative vipassana".



domenica 9 agosto 2015

Consapevolezza della Felicità

Essere felice
È trovare la forza nel perdono, 
la speranza nelle battaglie, 
la sicurezza nella paura,
l'amore nei distacchi.

Essere felice
non è solo valorizzare il proprio sorriso
ma riflettere sopra la tristezza, 
non è solo commemorare il successo, 
ma imparare la lezione dai fallimenti, 
non è solo allietarsi degli applausi
ma trovare allegria nell'anonimato. 

Essere felice
è riconoscere che vale la pena di vivere la vita
malgrado tutte le sfide.

Essere felice 
non è opera del destino,
ma una conquista di chi sa viaggiare dentro il proprio essere..
Essere felice è abbandonare i problemi
e diventare autore della propria storia.

Essere felice 
è attraversare deserti
ma essere capaci di incontrare un oasi
nel profondo della tua anima e
ringraziare Dio ogni giorno
per il miracolo della vita. 

È non avere paura dei propri sentimenti
È saper parlare di se stessi
È aver coraggio di accettare un "NO"
È avere la forza di accettare una critica anche se ingiusta, 
È baciare il marito, la moglie,  i figli, sostenere i genitori e vivere momenti poetici con gli amici
Anche se ci hanno ferito
Essere felici è lasciar vivere libero il bimbo allegro e semplice che dimora dentro di noi.
È avere la maturità per dire "HO SBAGLIATO"
È avere il coraggio di dire "PERDONAMI"
È avere la sensibilità di dire "HO BISOGNO DI TE"
È avere la capacità di dire "TI AMO"...

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(Fonte dal web)

mercoledì 29 luglio 2015

Cosa succede quando è dura?

Oggi è dura.
Ma sono qui per imparare. Non posso permettere che la mEnte sia divorata da ciò che potrebbe mandare in stand by l'esistenza.
È dura sentire le emozioni che divorano dentro.
Imparare che l'esterno è un riflesso di ciò che è interno. Imparare che dietro al dramma della solitudine più totale vi è una ricchezza incredibile.
Imparare a stare con se stessi,  il proprio corpo, le proprie cellule, la propria materia.
Sono qui per imparare, mi ripeto.
Ed il vuoto sbrana la mEnte.
È solo un momento della giornata, mi ripeto.
Una volta uscita da questo livello, non ci sarà più niente a ferirmi.  Nemmeno le parole.
Sono nata con una percezione estremamente sensibile, è un vantaggio che mi permetterà di andare oltre, imparare. Smettere con il ciclo della rincarnazione. Sono qui per imparare le sfumature di una vita terrena, oltre c'è molto di più.
Il mio obiettivo è varcarlo,  è Vedere.
Il giudizio, l'accettazione, l'apprezzamento, sono solo riflessi. Tale realtà è solo un sogno in cui sto muovendo i passi dell'Anima. Il dolore, i traumi, le paure sono solo riflessi di un vissuto, ombre della mEnte.  Questo è uno dei tanti passaggi che puntano a temprare lo spirito.
Se assimilo in ogni mio atomo questo scopo, non ci saranno più limiti.
Vale la pena dar vittoria alle ombre ed ai riflessi nella mEnte per rinunciare a tale scopo?
Vale davvero la pena rinunciare, fermarsi?
No, mai.




martedì 28 luglio 2015

Ego - IO - Mente - Cervello - Corpo













Riflessione importante:

E' SOLO la mEnte, facente parte della creazione-manifestazione (Persona e personalita' dell'IO SONO), NON certo l'IO/Ego, e/o il tipo di Spirito che rappresenta ed identifica l’Essere, il quale segue la legge dell’entropia negativa-Neghentropia = accumulo dell’in-form-azione), che si struttura, si amplia, devia, mentisce, impara ed acquisisce dati o li perde, e li memorizza sempre piu' all'interno di se stessa, e che e' sempre al servizio dell'Ego/IO, perche' la mEnte, e' una struttura formata da energia plasmica a livello atomico - elettronico ed ogni atomo ed ogni elettrone contengono un gas fotonico che si struttura esso stesso,  attraverso gli spin (+ o -) dei fotoni che lo compongono e cio' per ogni atomo ed elettrone che li movimenta, e che la compongono....
....ed e' SEMPRE e SOLO essa (la mEnte) che DEVE essere indirizzata dal programma operativo di base (NEGHENTROPICO) per fare cio'; infine la mEnte organizza e struttura il cervello (hardware), successivamente struttura ed organizza  il corpo, la Persona, con i suoi sensori, nel QUI ed ORA es.: sul pianeta Terra, secondo il file-programma operativo del Progetto Vita che e’ insito in essa, e diviene nei fatti un’AniMa Vivente, contenente lo Spirito cioe’ l’insieme delle in-form-azioni che acquisisce e struttura in forme-immagini-mentali, sempre piu’ complesse, seguendo sempre la legge dell’entropia negativa.

Quindi per riassumere:
l'IO SONO/Ego, e' quindi SOLO l'osservatore immobile ed Infinito, che e’ nei fatti un buco sull’Infinito "VuotoQuantomeccanico", un micro buco nero, come lo siete anche Voi come IO sono, che si incarna-reincarna all’Infinito, manifestando la Sua propria e specifica mEnte, fatta di energia, come fosse la corticola di una bolla di sapone ove sulla periferia di essa, la corticola, si formano tutte le immagini che formano i concetti archetipali dei vari pensati acquisiti e/o creati, sul bordo-orizzonte degli eventi del Suo proprio buco.
E’ quindi SOLO ed UNICAMENTE la mente che differenzia i vari IO sono/Ego....e permette la loro distinzione...in quanto e' il primo livello dell'Incarnazione-reincarnazione a seconda del caso....
I libri che leggete e gli articoli che parlano dell’Ego (IO sono), non hanno questa chiarezza e semplicita' di linguaggio e quindi confondono le idee ai lettori poco attenti.

L’InFinito (ciò che contiene il tutto) è In Potenza d’Essere e questo, in tutti i suoi Punti matematici (Enti = Buchi del e sull'Infinito = punti di osservazione dell'InFinito), Esseri/Essenti = dotato per proprieta' intrinseca di Spirito = In-Form-Azione ed Energia per caratteristica intrinseca propria dell’InFinito, che sono  eternamente in movimento e che divengono, quando si incarnano, anime viventi = dotati di carne, ossa, sangue e di Spirito ed Energia all'interno del loro specifico Campo (Aura) all'interno dell'immenso Campo CEU dell'Universo; la parola EN TE, in italiano, significa anche “dentro di Te”.

L’InFinito quindi, non può che manifestarsi in InFiniti  Enti (Esseri o cose) ed in infiniti modi e MAI in uno solo ! quindi od il cosiddetto "Dio" è dentro in tutte le forme, cioè è vivente in ogni tipo di manifestazione dell’InFinito nel Finito, oppure non è vero che sia OnniPresente (che si trova in ogni posto), ne' OnniScente (facoltà di essere a conoscenza di tutto).

L'uomo ha come compito iniziale di capire chi e' da dove viene e dove va...nell'INFINITA'....e per arrivare a cio' fa esperienza vede, sente, tocca, ama, vive, fino a quando comprende la verita' su quelle domande, e da allora PARTECIPA nel ed al progetto Vita all'INFINITO.... che e' l'atto di Amore piu' grande che si possa concepire, questo e' l'UNICO scopo della Vita Terrestre.....manifestare l'INFINITO nell'INFINITA' del tempo e dello spazio negli infiniti possibili Universi....e Tutto cio' e' semplicemente MERAVIGLIOSO, alla faccia di mediatori, santi, madonne, gesu cristi, preti, pastori, guru, rabbini, preti, iman...partiti, ecc. !
Ci siamo solo NOI e l'INFINITO che noi rappresentiamo nel tempo presente e nel qui ora (consapevolmente o meno)....per raggiungere quelle consapevolezze e per iniziare anche noi a creare Universi nell'INFINITA' ! … fare altri ghirigori intellettuali, sono solo degli schemi mentali, perdite di tempo che generano divisioni fra gli uomini !

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Ricordiamo che:
La malattia e la sofferenza, come abbiamo già affermato, sono la conseguenza dei Conflitti Spirituali irrisolti, che “scendono dal cielo dello Spirito” nella ”terra fisiologica” e quando trovano il Terreno adatto (la matrice), proliferano generando il corpo del conflitto, la malattia, in altre parole l’azione del male, cioè dell’ignoranza. Ciò significa che ogni conflitto irrisolto quindi, tende a scendere nel corpo fisico ed a fissarsi nell’organo bersaglio collegato all’archetipo conflittuale.
L'antico detto della Medicina Naturale e' questo: "
cio' che non si esprime, si imprime nell'organismo"..
Quindi una volta impresso nel fisico il Conflitto Spirituale va risolto, contemporaneamente al riordino delle funzioni metaboliche cellulare nei tessuti colpiti dal Conflitto Spiritual-Biologico.

Con lo studio dell’
Iridologia possiamo riscontrare che la prima parte del fisico, del corpo, che è in contatto con la parte spirituale, il Buco Nero, il buco pupillare è il Cerchio metabolico e proiezione del sistema nervoso in particolare il sistema nervoso Neurovegetativo, quello che soprassiede alle funzioni degli organi e precisamente una parte di quel sistema, quello che si chiama: Parasimpatico; infatti esso è legato alla contrazione pupillare; questo è a sua volta legato al Cerchio digestivo (bocca, faringe, esofago, stomaco, duodeno, intestino, ano), ma il fatto più importante che si evidenzia nell’iride è che è lo stomaco il primo organo legato alla “discesa” della Salute o della malattia, in quanto subito a contatto con questo cerchio digestivo vi è lo Stomaco e solo successivamente l’intestino, proprio a significare che il primo “organo” interessato alla Salute/malattia è proprio lo STOMACO + l'intestino, e da essi si dipartono con un movimento a spirale che fa “scendere” nel corpo fisico anche tutte le malattie ed è quindi in essi che occorre attivarsi per primi per normalizzare le digestioni (pH) cambiando alimentazione e divenendo Crudisti, questo per riordinare i processi di alimentazione-digestione e quindi quelli di nutrizione cellulare; da ciò si evince che l’alimento spirituale (informazioni + emozioni) e quello fisiologico (cibi solidi e liquidi) devono essere le nostre medicine ed i nostri rimedi giornalieri per star sempre bene.
La Natura ha una Legge inesorabile, ma altamente educativa: “
Chi sbaglia paga ed i cocci sono suoi”.
Tutto ciò che riguarda l’Essere (Salute fisica e Spirituale) risponde e deve confrontarsi a questa Legge Perfetta; non si può sfuggire a questa divina Giustizia.
Occhio per occhio, dente per dente”, ecco come la Manifestazione Universale si esplica; al di fuori di questa perfetta Legge NON vi è vera Giustizia; provate a buttarvi dal 3 piano od a tagliarvi un dito, la Natura non vi porgerà l’altra guancia, ma vi farà pagare fino all’ultimo tutto, compresi gli interessi, la vostra ignoranza sulla trasgressione alle Leggi delle strutture Viventi; ogni vostro atto nella vita quotidiana dovrà tenere conto di questa immane e perfetta Legge di Giustizia.


PSICHE e MALATTIE: "Nel corso dei miei viaggi ho incontrato uno scienziato che permetteva a  persone non vedenti dalla nascita di iniziare a vedere; ho parlato con  pazienti, dichiarati incurabili dopo aver subito un ictus decine di anni  prima, che sono stati aiutati a guarire con trattamenti neuroplastici; ho  conosciuto persone che hanno superato disturbi dell'apprendimento e che  hanno migliorato il proprio; ho raccolto prove secondo cui a ottant'anni è  possibile rendere più vivace la memoria in modo che funzioni come a  cinquantacinque. Ho visto pazienti «ricablare» il loro cervello attraverso i  pensieri, per risolvere traumi e ossessioni in precedenza considerati  insuperabili. Ho discusso appassionatamente con dei premi Nobel su come  dovremmo ripensare il nostro paradigma neurologico alla luce dell'evidenza  che il cervello è in continua trasformazione."
By Norman Doidge.


Materiale raccolto: http://www.mednat.org

Sapere cosa si ama è il primo passo per smettere di sapere e cominciare a Sentire cosa realmente vive nei nostri Cuori, smettendo di fare di quell'idea il castello per la nostra mEnte. E questo è il mio video:

lunedì 27 luglio 2015

Al vero Gabbiano Jonathan che vive nel profondo di tutti noi

 
Pensavo di scrivere. Avevo moltissimo da scrivere, avrei voluto parlare di ciò che mi distrugge. Ma sono giunta a questo spazio bianco e la mia mente ha smesso di suggerire le parole. Parole, ancora parole. 
Nello stesso modo in cui si smette di sentire e riconoscere se stessi allo specchio. 
Qualcosa è cambiato in me, e ciò spaventa. In così poco, troppo poco tempo.
Spaventa perdere il controllo e notare la separazione dal proprio corpo.
Il rifiuto dei bisogni primari.
Vorresti..vorresti e appena ne senti il sapore, lo stomaco si contorce in un rifiuto e disgusto. 
Mi spavento di ciò che è più forte di me, così deglutisco ma qualcosa continua ad opporsi e il corpo si dimena al di là della mia volontà.
E noto che tutta la mia esistenza fino ad ora ha ruotato in una ricerca continua di consensi, di aperture, di accettazione, di unione. 
Ed ora non deglutisco ciò che il Vedere mi propone: la cruda realtà. I castelli crollano e le speranze si dissolvono, non esiste nessuna accettazione, non esiste nessun consenso, nessuna apertura e nessuna ricerca. 
è tutta una pura illusione. Un riflesso
Un riflesso della mente e del mio vissuto in questa dimensione. 
Cerco ciò che essenzialmente è una sfumatura della vita terrena. 
Il risultato di un caotico processo evolutivo.
Esiste e non esiste. Come l'involucro di materia in cui risiedo. Non so con esattezza spiegare cosa realmente sto Sentendo, Vedendo, la mia percezione è ofuscata da timori, dolori, traumi. 
Vedo e Non Vedo. Il filo che separa tale percezione è così fino ed impercettibile.
Ma qualcosa dentro me suggerisce che sono sul percorso e tutto ciò ne fa parte.
Cercare me e non cercare me.
Ed ora sento dire "La vita è un sogno".
Ora comprendo, la vita è un sogno
Tutto ciò che sono in questa dimensione è un sogno, io stessa sono un sogno, ciò che mi circonda fa parte di un sogno. Siamo campi energetici, flussi di energia in una percezione materiale.
Mi pare che tutto sia realmente possibile e allo stesso tempo mi chiedo cosa stia succedendo.
è possibile che io mi trasformi e mi separi. 


"They're forming in circles from over my head
Calling in silence
I can only fall apart

And I feel their wings go

They're falling in pieces from over my head
Calling in silence
I can only fall apart

And I feel their wings go

They bind me in violet with my love in my head
My heart now an island
I can only fall apart

And I feel their wings go

And I feel their wings go

And I feel their wings go
And I feel their wings go
And I feel their wings go
"


"Il segreto, secondo Ciang, stava tutto qui: Jonathan doveva smettere di considerare se stesso prigioniero di un corpo limitato, un  corpo avente un'apertura alare di centodieci centimetri e i cui itinerari potevano venir tracciati su una carta nautica. Il segreto consisteva nel sapere che la sua vera natura viveva, perfetta come un numero non scritto, contemporaneamente dappertutto, nello spazio e nel tempo."


*Lyrics The Veils - Wires To Flying Birds
* Il gabbiano Jonathan Livingston - Richard Bach - p.69


giovedì 23 luglio 2015

Cosa succederebbe se nella possibilità di esprimere il tuo parere contrariato decidessi di rimanere in silenzio?


 

Cosa succederebbe se nella possibilità di esprimere il tuo parere contrariato decidessi di rimanere in silenzio?


Il vuoto d'aria tra un respiro e l'altro, trattieni per qualche frazione di secondo la voce collegata ai pensieri. 
Ma il fuoco dentro ti spinge a farlo, ti spinge ad aprire bocca.
Quando comprendi l'importanza degli eventi esterni perchè in grado di entrarti dentro per poi di nuovo uscire, da te, come aria dai polmoni: succede.
Succede che non puoi fermare il fuoco della voce che parte dall'ombelico in lingua di fuoco e si propaga come un raggio di sole fra le fitte nubi dei tuoi dubbi.
Il così detto "non riesco a starmene zitto/a" , "non riesco a far finta di niente".
E se il tuo fuoco dentro ha buone intenzioni, puoi semplicemente sperare che qualcuno ti ascolti e comprenda che la tua voce è semplicemente una stordita, un "hei, ritorna in te!" , "non dire sciocchezze".
A questo punto mi chiedo quante volte nella nostra vita, diamo spazio non soltanto alla voce, ma anche alle buone intenzioni del fuoco dentro.
Quante volte parliamo, ci confrontiamo, e lasciamo che le parole invece di risvegliare, feriscano e tormentino.
"Ne ferisce più la parola che la spada" e aggiungerei, sempre!

Mi guardo a fondo e mi chiedo: "Quante volte il fuoco dentro è stato sprigionato per le buone intenzioni?"
Peccato che me ne accorga talvolta troppo tardi, non medito abbastanza da osservare negli occhi il mio interlocutore e aprire quella porta.
La porta del sentire, così anche se potrebbe esser tardi, richiamo il fuoco dentro e cerco di instaurare un dialogo, un filo conduttore in cui le parole possano valicare i limiti dei nostri pregiudizi, del nostro ego e toccare di nuovo il tempio del cuore.


 
Quando non vi è comprensione, quando avverto la frustrazione dell'altro durante una discussione, in me prevalica il disagio e il languido dispiacere che da alle parole la forma di una sostanza viscida in gola. 
L'unico modo per scacciarla non è ingoiare e dunque, rimanere in silenzio, talvolta chiudersi e piangere. Ma sembra piuttosto essere il "rimanere", l'umiltà di dire "Mi dispiace" e dirsi "facciamo in modo di tornare di nuovo collegati", "cerchiamo il modo di ricongiungere i puzzle dell'ascolto, del sentire".
E un'altro sostantivo, che da umidità alle parole secche rimaste in qualche angolo della bocca, è sussurrare "Scusa".
Lasciare dello spazio e del silenzio in seguito affichè le onde impetuose dei pensieri e dell'ego si plachino fino a far ritornare il battito dell'affetto, dell'apprezzamento, dell'autostima, della fiducia. 

Mi rendo conto che il nostro comportamento indotto è stato plasmato affinchè tutti noi dassimo vita a perfetti stratagemmi in cui le parole potessero essere usate per dominare e non per condividere.
è un lavoro che richiede volontà ed autodisciplina da applicare e da gestire costantemente, ma ciò che può aiutarti a farlo è la forza del Cuore.
Nel cuore risiedono i sentimenti, tesori di tale tempio.
Solo con l'Anima (o Coscienza del Sè, o ancora Sè Superiore etc..) possiamo riconoscere a quale di essi apportare energia.
  Ma ti sei mai chiesto..

Cosa succederebbe se nella possibilità di esprimere il tuo parere contrariato decidessi di rimanere in silenzio?




mercoledì 22 luglio 2015

Presentazione dei Blog!





Buongiorno! Sono felicissima di pubblicare il mio primo video sulla presentazione dei Blog!


Sono Deb, una persona dinamica, creativa e con tantissime idee per la testa!

Mi piace poter condividere con voi e creare uno scambio di informazioni,

di idee e di pensieri!

Accetto commenti costruttivi mentre le confessioni discriminatorie, offensive

e di poco gusto saranno ignorate o ancora meglio cancellate.