lunedì 14 settembre 2015

Osservazione allo specchio - Meditazione




Vi era spesso nel mio sguardo il crepuscolo delle luci. Si annidavano fra le pupille le speranze ed i sogni come nodi stretti ad un'ancora ferma.
Mi osservavo con estrema attenzione come spesso capita quando cerchi qualcosa al di là dell'orizzonte. 
Perché era così difficile togliere quell'irritazione dall'animo? 
Cos'era quella tristezza viva sotto le dune del tempo?
Quante altre persone si sentivano come me?
Sospiravo nel silenzio di una stanza troppo stretta per i miei pensieri. 
Osservavo in fondo al cuore il dramma della mia esistenza e sospirai ancora.
A cosa mi serve vivere al di qua delle barriere? 
La sensazione di sentirsi profondamente soli, ad ascoltare poi, i propri turbini emotivi.
Mi distesi sul pavimento a fissare quel soffitto pallido.
Immaginai per un istante di varcare le porte del tempo e di trovarmi altrove, di notte in una tenda vicino alla riva di un mare inquieto. 
Provai un nodo alla pancia, mi sentivo come questo mare immaginato in mezzo al nulla con accanto una tempesta invisibile da far passare.
Padrona e vittima di me stessa, quale idiozia.
Ero confusa nel cosa provare. Compassione,  pensai, compassione per me e per tutto il mondo.
Piangevo in un posto che era solo nella mia immaginazione ed allo stesso tempo sorrisi. 

Che beffa è scoprirsi umani!
Non so in quale altro angolo della mente Immaginai di accarezzare una me stessa troppo sensibile e ferita. Ferita da chi?
Ogni persona è ferita, ogni colpevole una vittima.

Quando imparerò a vivere ogni giorno senza perdere di vista il mio centro?
Che domanda..

Eppure al di là di ogni osservazione, sentii che l'essenza stava lentamente maturando come una pianta, anzi, avvertii come le radici cominciavano ad allungarsi verso un nucleo..il nucleo dell'Universo. 



venerdì 11 settembre 2015

Esperienza di Meditazione - La fame d'amore



Balzano alla mente emozioni, tra le cime del passato, le pianure del presente ed gli oceani del futuro.
Fanno capolino tra uno spazio e l'altro, mi rivedo bambina, poi adolescente  e di nuovo adulta, a balzi come i passi del bianconiglio. Ecco, di nuovo sentire alle mie spalle quelle risa di bambina, sto di nuovo giocando a nascondiglio.
Un tonfo e di fronte rivedo me bdolescente che cade a terra, nella palestra delle scuole superiori mentre gioca a coppia con la sua coetanea pallavolista.
Mi osservo senza dire una parola.
Vedo in alto un cielo azzurro attraversato da nubi bianche, soffiate dal turbine del vento.
Il tempo passato.
Avverto un leggero solletichio sulla schiena, il punto preciso è in alto fra le scapole.
Vorrei quasi quasi grattarlo, ma lo lascio fare.
La vita è un continuo flusso di esperienze.
D'improvviso sono sulla punta di una costa frastagliata, osservo l'altezza immensa che mi separa dalle onde di un mare impetuoso.
Che strano trovarsi faccia a faccia con se stessi.
Non provo alcuna emozione travolgente, riesco solo ad osservare..ma quel formicolio sulla schiena mi fa venire quasi voglia di volare, lentamente planare su quel mare impetuoso e lasciare che le onde si avvicinino senza sfiorarmi.
Mi fisso a guardare un nero scoglio e la spuma di mare che lo circonda ad ovest. Rimango incantata da quel contrasto di bianco e nero.
Sembra che mi stia muovendo sempre più verso quel bellissimo contrasto.
I colori rimangono distinti eppure si affrontano in armonia.
Bene, ora avverto il bisogno di piangere e gridare.
Che nervoso, lasciami delirare, lo dico forte a me stessa.
Disegno una smorfia sul viso.
Mi sento triste, malinconica.
Mi manca.. ma cosa?
Distolgo l'attenzione, ci provo. Guardo la vegetazione di un bosco,
mi butto a terra, non ce la faccio, mi manca, aiuto per l'amor del cielo!
Ma cosa, cosa mi manca?dannazione riprenditi!
Dove sei, mi ripeto, dove sei. Poi capisco. E mi rispondo lui non c'è, non c'è nessuno qui, sei solo te stessa. Ricordi, stai semplicemente meditando.
Sento una lacrima rigare il viso.
È il vuoto, non so per qual motivo, il vuoto del legame è tornato.
Non lasciarti catturare dal vortice della mente, al momento non mi è da aiuto.
Come è freddo questo posto, senza mio padre sono perduta, santo cielo non lo sento, non lo sento,
dove sei finito rispondi!

Rimango in attesa, aspetto di riprendermi, è del tutto inutile parlare a me stessa in questo istante.
Vedo comparire una bambina dietro il tronco di una folta quercia.
Ha lo sguardo assente, le labbra pietrificate ed intreccia le dita sul bianco vestito.
So benissimo chi sia.
I suoi lunghi castani capelli mi ricordano le sere passate a spazzolarli prima di coricarsi a letto.
Sospiro, provo una grande compassione.

Cara bambina, qui, io solo posso amarti, solo a me ti puoi affidare, perché solo cosi potrai di nuovo ritrovare la tua metà.
Tuo padre sono io ed io sono tua madre, sono la Luna ed il Sole, sono la Madre Terra e l'Universo.
Con me puoi ritrovare le origini ed il legame.
Con me.. la fame d'amore avrà fine.

Sento un nodo in gola, il respiro si fa più assente.
Apro gli occhi e porto le mani al viso.
Le lacrime sono un fiume in piena, singhiozzo senza fine.

La meditazione era bella che finita, ma dentro provai una nuova sensazione:
fu come sentire la piccola mano afferrare la mia maglietta.
Forse sono riuscita a recuperare quella bambina in balia del suo vuoto,
forse sono riuscita a portarla con me al di là del silenzio.

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Cari lettori, questo testo è il risultato di un flusso di immagini avvenuto durante una semplice meditazione. L'esercizio consiste nell'osservare ciò che accade dentro e al di fuori di noi, lasciando la mente fluire nei pensieri nel caso in cui sia necessario.
Può accadere inoltre di avere la possibilità di risolvere i nostri nodi interiori tramite immagini e un dialogo interiore.
Il tipo di meditazione che sto sperimentando da tre mesi è conosciuta come "Meditazione Vipassana" .
Un buon testo in cui trovare informazioni è dalla casa editrice Ubaldini Editore, l'autore Dhiravamsa dal titolo "La via dinamica della Meditazione - La guarigione dal dolore e dalla sofferenza mediante le tecniche meditative vipassana".