venerdì 24 febbraio 2017

Per la vita



Salto nel buio,
giocando con la mia Ombra.
Sputa su me
verità sepolte
fango è acqua di sorgente
mi bagno di luce
striscio su abbondante erba.
Io non sono ciò che sono stata.
Sono niente,
sono invisibile spazio,
e le ferite
divengono feritoie.

Da esse sgorga l'Amore,
da esse sgorga la Primavera,
fioriscono i dolorosi boccioli,
da essi le api succhiano il nettare
per la vita.

Per la vita.

Autore: Docean Drop

mercoledì 22 febbraio 2017

Senza fine



Di me, non aver timore.
Sono la tua voce,
vivida dal cuore 
busso al tuo Spirito.

Di me, dunque
non aver timore.
Sono il tuo riflesso.
Uniti nel corpo,
i tuoi respiri,
proseguono vibrando in me.

E quando le tue mani
sfiorano i confini dei miei baci,
la mia anima sussulta
in presenza del Vuoto
che tutto immerge,
spazio e tempo.

Da me, non fuggire.
Non avrai corda che ti terrà stretto.
Libero e selvaggio, come il tempo in cui
rincorrevi i tuoi sogni.
Io sono lì.
Fra le felici rughe del tuo sorriso,
fra i solchi delle tue lacrime,
fra i blocchi delle tue paure.
Sono ovunque tu sei.
Come te, vivo di tante illusioni,
ed oltre questi fantasmi
ti attraverso interamente.

Lasciami entrare nei tuoi vuoti d'aria,
come faccio con me.
E niente ci ha mai uniti come ora,
che il tempo scivola dai nostri passi
e ci lascia senza più carburante per sopravvivere.
Ora sì, viviamo.

I tuoi occhi vedono ciò che sei in me,
senza fine.

Dal diario di Docean Drop

Al dio che è in te.



Ti dono
tutto ciò che vive in me.
La natural essenza
delle cose.
Ti dono
la fede che ho dentro al cuore
ti dono
il filo nero della mia storia
ti dono
il filo bianco della mia vita
ti dono
quella parte
che non ha niente a che fare
con le mie illusioni,
spinge ad aprirmi
come bocciolo di Dalia
a nuova primavera.

Ti dono
anche se sei diverso
e uguale a me
Ti dono
anche se potresti uccidermi
solo che
niente e nessuno potrà farlo.
Ti dono
e quello che mi aspetto da te
non è più qualcosa:

sabbia fra le mani,
tu torni alla terra e
tutto ciò che mi dai
appartiene al Dio
che è in te.

Dal diario di Docean Drop

Il giorno che verrà



Il giorno che verrà
è il giorno in cui tutto svanirà.
Sarò ritrovata
fra le ceneri
ed il vento sussurrerà la mia storia insensata
una storia mista ad altre storie
per questo,
sarò persa fra granelli di polvere e
le onde di un mare troppo grande
avvolgeranno ciò che sono
ed affonderà ciò che sono stata.

Il sorriso di una vita
sarà Luna crescente
Il pianto di una vita
sarà Luna calante
ed il Centro 
una Luna piena
ed il Vuoto
una Luna nuova.

Il giorno che verrà
è il giorno in cui tutto riemergerà.
Ed i bambini scuoteranno le anime dei dormienti.
Io sarò in mezzo a loro
nelle grida di chi dispera
nelle urla di chi si sorprende ancora
negli abbracci di chi ci crede tuttora.

Sarà difficile morire dopotutto 
si muore una volta sola.
Per varcare una porta sola.
Nel giorno che verrà.

Dal diario di Docean Drop

il mio Io sta morendo.


Ho intrapreso la strada del non ritorno
mi guardo 
a quel riflesso nello specchio
non so chi sia
non so cosa farò
eppure non ho paura
di abbandonare tutto ciò
in cui credevo di essere
e di vedere.

Sto piangendo
mentre tremo dentro
c'è una pace che non ha ragione d'essere
eppure quanta vita ho da donare,

mentre tremo dentro,
sono forte fino alle mie radici.
Posso morire domani?
Io non so ancora se ne sono in grado
ma questa pace 
non ha tempo e ne spazio per morire domani.
Il mio Io sta morendo ora.

Ho intrapreso la strada del non ritorno
ed è la mia strada
quella che non ha niente a che fare
con tutto ciò in cui mi aggrappavo
per non sentire quel vuoto,

l'unico vero Vuoto che
mi ha salvato dal mio suicidio quotidiano.
Sotto il mascara ed a quel sorriso per attrarre l'amore.
Non ho più bisogno di aggrapparmi,
mentre tremo dentro
posso piangere e vivere la sofferenza
ma non morire sola.

Ed ora se ti abbraccio, mio caro amore,
abbraccio tutto ciò che sono
e non so di essere.
Tu sei me, ed io sono te.
Cerca di ascoltarlo nel silenzio che mi lascio dentro.

Sto piangendo
mentre tremo dentro
c'è una pace che fa fiorire questa vita,
mentre il mio Io sta morendo.

Dal diario di Docean Drop


martedì 21 febbraio 2017

Se ti ASPETTI di ESSERE AMATO


Se ti aspetti di essere amato, accettato, apprezzato, 
stai perdendo la più grande occasione di perdonare te stesso ed amarti, 
la più grande occasione di donare senza più doverti aspettare niente!


Autore: Docean Drop

venerdì 17 febbraio 2017

PasSare, per sempre, trasFORMARE.




Tutto passa.

Il mio respiro, passa.
La mia ombra, passa.
Il mio battito cardiaco, passa.
Il mio sorriso, passa.
Il riflesso di me in uno specchio, passa.
Non sarò qui  per sempre.
Per sempre, andare..

Per sempre, passare.

Autore: Docean Drop

I frutti della Meditazione. [La Disciplina]


Quando cominci a penetrare i frutti della meditazione, accade che durante il giorno/la notte la tua consapevolezza si posa come una piuma sulla realtà, la quale acquista nuovi colori, nuove forme, nuove prospettive.
Ti guardi allo specchio e ti accorgi di non essere ciò che riflette, di esserne solo una parte, un qualcosa di intangibile, un'immagine che utilizzi per relazionarti con il mondo.
Arriva un punto, in cui molti limiti mentali si infrangono come vasi di vetro lasciati cadere sul ruvido suolo. Senti riecheggiare le certezze, le credenze, che si frantumano in mille pezzi a terra.
Vaso dopo vaso, si inizia solo ad osservare il movimento di quelle forme che si spezzano in vari e minuscoli scintillanti pezzettini.
Qualcuno si avvicina per dirti qualcosa di terribile, forse diversi mesi fa, avresti sofferto moltissimo, chiedendoti il come ed il perchè: "Perchè a me?"
Ora osservi, osservi la tristezza che emerge come un fiore di loto sulle acque limpide della tua mente. Le compulsioni mentali che formano una sequenza di pensieri come fossero ganci di una catena sempre più grande. E quando reagisci, ti accorgi che lo stai facendo, hai la consapevolezza che lo stai facendo, la stessa consapevolezza con la quale scegli se reagire o rimanere in silenzio.
Ci sono sere in cui l'immagine ed il nome per il quale hai sempre creduto fino a qualche mese fa, di possedere e che tu rispecchiassi determinate caratteristiche, ti ritorna vicino, si affaccia alla finestra del presente.
Senti la necessità di piangere e di accogliere il vuoto della solitudine, per il quale sei fuggita per molti anni ed ora ti chiede il conto: 
stai ferma ed ascolta il tuo pianto, allo stesso modo di quando siedi e non fai nulla lasciando che tutto ti scorra addosso e dentro di te, senza fuga.
Bisogna avere molto coraggio e determinazione per non sfuggire da se stessi.
Si tende a guardare sempre fuori di sè, per ottenere la pace.
Una pace superflua basata sulle forme, sui colori, sui sensi.
Il vero peccato è essere schiavi del peccato, ovvero del "sbagliare bersaglio" e credere di non poter fuggire dalla condizione di errore.
Preferendo il loop dell'errore, perchè divenuto abitudine di azione e abitudine mentale, per cui il lamento conduce ad una continua maledizione della propria esistenza ( "Sono fatto così", "ho sempre fatto così", "è inevitabile, sono uno sfigato/a" )
è più facile continuare ad essere schiavi degli errori, piuttosto che puntare alla libertà.
Incerta libertà dal peccato, dal sbagliare bersaglio, dall'errore di condurre una vita che non ci appartiene e per cui continuiamo come Sisifo a trasportare la pietra in cima giorno dopo giorno condannando noi stessi ad una comoda e sofferente abitudine, piuttosto che rischiare di vivere realmente per ciò che siamo a partire dal Centro.

"Sono fatto così"

No, mi dispiace.
Non hai la minima idea di cosa tu sia realmente.
Rompi quella immagine che ti sei creato,
alla quale ti aggrappi quotidianamente,
alla quale credi ciecamente,
perchè troppo schiavo del tuo Ego.
Esci fuori dalla tua caverna.

Dal diario di Docean Drop



giovedì 16 febbraio 2017

Rumori SOttili.



Esistono rumori sottili
che si instaurano fra le persone.
Si ode ciò che si vuole udire.
Ed è molto difficile spostarsi 
per accogliere l'altro,
così come è.

Esistono rumori sottili.
Solo chi scruta in se stesso
tenderà a correggere i propri passi
e quando noterà di non spostarsi,
ne avrà la piena consapevolezza
di non udire l'altro.

è necessario che la mano rimanga vigile
per tenere quella dell'Altro,
e non stringerla forte.

Esistono rumori sottili,
quando accoglierai te stesso
così come sei,
e abbandonerai i tuoi vestiti
per rivestirti di ciò che sei,
lascerai che l'altro possa andare e ritornare.

Si è sempre soli di fronte a Sè.
E l'Altro è una parte di noi.
Chi perdona se stesso,
non ha nulla da perdonare all'altro.



Autore: Docean Drop

Custodire l'amicizia



Una madre e suo figlio stanno camminando sulla spiaggia. Ad un certo punto il bambino dice: 
“Mamma come si fa a mantenere un’amicizia?” 
La madre guarda il figlio sorridendo e poi gli dice:
“Raccogli un po’ di sabbia.” 
Il ragazzo si china e raccoglie una manciata di sabbia finissima. 
La madre allora, sempre sorridendo: “Ora stringi il pugno…” 
Il ragazzo stringe la mano attorno alla sabbia e vede che, più stringe,
più la sabbia gli esce dalla mano. 

“Mamma, la sabbia se ne scappa…” 
“Lo so, caro… Ora tieni la mano completamente aperta…” 
Il ragazzo ubbidisce, ma una folata di vento porta via parte della rimanente.
“Anche così non riesco a tenerla…” 

E la madre, sempre sorridendo: 
“Adesso raccogline un altro po’, e tienila con la mano aperta a cucchiaio… così.. abbastanza chiusa per custodire, e abbastanza aperta per la libertà”. 
Il ragazzo riprova, e questa volta la sabbia non sfugge dalla mano, ed è protetta dal vento.
“Ecco come far durare un’amicizia…”

mercoledì 15 febbraio 2017

Ritorna in te stesso.



Non uscire fuori di te, ritorna in te stesso: nell’interiorità dell’uomo abita la Verità, e se troverai la tua natura mutabile, trascendi anche te stesso.
Autore: Sant'Agostino

martedì 14 febbraio 2017

Perchè scrivo?



Proprio questa mattina mi giunge la domanda: 
Perchè scrivo?
Ho un attaccamento verso la scrittura? 
Voglio dimostrare qualcosa al lettore? 
Una superiorità intellettuale, spirituale, materiale o di altro tipo?
Tutte domande legittime.
E siccome in questo mese il numero delle visualizzazioni ha subito un impennata, è doveroso che il lettore sappia che ciò che scrivo non è per tutti e alla merce di tutti.
Ricevo visite non solo dall'Italia ma anche dall'estero da siti di dubbia provenienza e scopo, ma questo, in un mondo ormai più virtuale che reale, è divenuto logico.

Non so che cosa il lettore deduce da ciò che scrivo. E do qualche semplice indizio: il diario online essendo dunque un diario, racchiude esperienze vissute, il segreto rilevato tramite la poesia, la scoperta e l'utilizzo del racconto per narrare i misteri della vita, ma specialmente la sezione "La Disciplina".
Questo ultima direi è la parte più importante, il pilastro di questo blog. "La Disciplina" è il percorso che ho personalmente intrapreso con consapevolezza seguendo gli insegnamenti del Maestro, con il quale ho scelto di aprirmi totalmente e del quale ho piena fede, e di un gruppo di amici che fa altrettanto. 
Ognuno nella vita incontra dei Maestri, validi o meno, questo giudizio rimane a voi. 
Sono pienamente certa che ogni individuo,  circondato da vicissitudini varie, incontra nella vita ciò che sta cercando
Scrivo perchè ho sempre amato riportare su fogli di carta, ed in questo caso "digitare" al computer, non per tenere la mia vita aggrappata ad uno specchio, chiuso in una stanza alla Dorian Grey.
Scrivo qui, principalmente per condividere.

Fin da bambina e da quando hanno inventato una connessione internet, ho cercato incessantemente materiale da leggere, da studiare, qualcosa che rispondesse ai miei quesiti esistenziali, avevo bisogno di vivere la vita, ma avevo altrettanto bisogno di scoprire il mistero della vita, di penetrarlo con tutta me stessa. Se ciò che sto scrivendo ora, servisse a dare semplicemente un impulso, una spinta, un miraggio, ad una ragazzina che come me nel passato, stava cercando qualcosa di così prezioso, ciò basterebbe per non smettere di scrivere fino alla fine dei miei giorni.

Non so dirvi quale sia lo scopo della mia vita, ma so che per ognuno di noi c'è una strada da seguire. 
La mia è questa di adesso, di ora, dell'essere qui a scrivere. Non so cosa sarò fra 10 anni e specialmente se ci sarò e non ha assolutamente importanza.
Se mai riuscissi a pubblicare dei libri, a trovare commenti ed email di voi lettori, sappiate che l'arricchimento sarà quello dei nostri cuori.

Faccio solo quello che devo fare. Per sempre.

Dal diario di Docean Drop

domenica 12 febbraio 2017

Cosa fa, chi non medita?




"Chi non medita può fare come colui che non si specchia mai,
e che quindi non si cura di uscire ordinato, poiché può essere imbrattato senza saperlo.


La persona che medita e rivolge il suo pensiero a Dio, che è lo specchio della sua anima, cerca di conoscere i suoi difetti, tenta di correggerli, si modera negli impulsi, e rimette la sua coscienza a posto."


Autore: Padre Pio da Pietrelcina

sabato 11 febbraio 2017

Il Leone _ 2° [La Disciplina]





Il Leone _ Parte 1

Verso tragitti ignoti
ho corso su navi di pietra
allontanandomi dal passato
con salite e discese
guardando ossessivamente il cielo
cercando la ragione per vivere
speranza nello sguardo altrui
accettandomi per ciò che sono
fra desideri incendiari.

Giunto l'abisso
la Provvidenza non mi ha abbandonato
dandomi tracce dell'indomato Leone
tra la testa ed il cuore
con il fuoco dentro

Mi sono aggrappata agli ultimi scogli fino alla terraferma
proseguendo lungo le orme.
Ho smesso di guardare insistenemente il cielo,
ed a cercare ragioni di vita, di speranza e di amore.


Mentre cammino, ora,

e mentre siedo, ora,
tutta l'attenzione è divenuta contemplazione
Silenzio ed osservazione
toccando con mano 
l'illusione di cui sono vittima ed autore.


Soffrendo dell'Ombra che 

la visione del Leone talvolta acceca
ma che talvolta riesco a far mia,
danzando con essa,
ed amandola, s'insinua
fra i miei battiti.
In quei attimi
non siamo più separati
ma dall'eterno Uniti.


Il Leone è tornato a farmi visita di notte,

a sedere mentre riposo,
ed io so, so che è lì, ma non ho più intenzione di catturarlo
selvaggiamente.


Fra non molto lo cavalcherò e su di esso potrò suonare

le note dello Spirito.

Autore: Docean Drop



venerdì 10 febbraio 2017

Mistica & Ribelle [La Disciplina]



Non Mollo.
Perchè?
M'abbandono.

M'abbandono e faccio quello che devo fare, 
con tutta me stessa stando nel presente ed evocando Hebe.
Con tutta me stessa,
mistica e ribelle.


Autore: Docean Drop

lunedì 6 febbraio 2017

Dalla gabbia del criceto



Uscire dalla zona comoda, abituale, dalla gabbia del criceto.. e vivere la vita, con tutte le sue incertezze. Rendersi responsabili, osservatori di se stessi e del mondo.
Vi pare facile?
Vi pare facile osservare la mente, con i suoi 60mila pensieri quotidiani, tutti uguali e ripetitivi, giorno dopo giorno, instaurando comportamenti ed atteggiamenti uguali a ieri.
è bello sognare, ma non basta.
Avere il coraggio di guardare se stessi, con la propria ombra, con quella vocina in testa che ti parla incessantemente, e non mi dite che vi pare strano, siamo tutti in preda alla voce, alla compulsione mentale.
E allora?
Allora è tutta una illusione, viviamo tutti in uno specchio. 
Quella sofferenza che sorge improvvisa e non sai perchè.
Io non so perchè sto soffrendo.. ma di certo, lo dico con tutta sincerità: chi vuole uscire dalla gabbia del criceto, non troverà le farfalle ed il solo canto Zen. 
Apri gli occhi se hai coraggio.
Apri il cuore, se non hai paura.

Dal diario di Docean Drop

sabato 4 febbraio 2017

Ho incontrato il tuo sguardo




Ho incontrato il tuo sguardo.
L'ho visto raffigurato
in un vetro dell'auto.
L'ho visto di passaggio,
lungo la vetrina di un bar.
L'ho visto specchiato
nelle acque calme e limpide
di un fiume.
L'ho visto con attenzione
riflesso in uno specchio.

Ma chi sei?
Dicono che sia io,
io chi?
Che posso dunque vedere me stessa solo nei riflessi!
Come è strano incontrarsi così per poco,
perchè tu sei solo un miraggio 
mentre dentro a questa forma vivo.

Vivo di tanti Silenzi
che immagini non hanno.


Autore: Docean Drop

venerdì 3 febbraio 2017

Quello che cerchi non è lontano




"Nella mia vita ho sempre cercato fuori da me quello che mi poteva appagare
uomo non lo fare,
prova a guardare dentro te stesso e comincerai a capire,
quello che cerchi non è lontano,
non aver paura di esplorar la tua natura
è tutto lì che ti aspetta, prendi una cosa per volta senza aver fretta, e
non ascoltare quando parla il falsario,
sei tu che fai il mondo
non il contrario". 

Autore: Stefano Gucciardo

La Luna di René


[...]
La sua è una luna a falce, rivolta ora a ponente ora a levante, bianchissima nella sua esiguità, su uno sfondo privo di stelle, di un blu pervinca. Essa è posta immediatamente sopra il capo di figure umane (l’uomo con la bombetta nel Maître d’école, una giovane donna nella Robe de soirée), che volgono le spalle allo spettatore del quadro. Perché? Qual è il significato di questa luna presente nelle due tele?

Magritte ha sempre pensato che la pittura dovesse essere poesia, e che la poesia chiama il mistero. Ma mistero di che? E perché la luna dovrebbe essere simbolo del mistero secondo Magritte? Intanto, i personaggi, volgendo le spalle a noi che guardiamo il rettangolo dipinto, non si presentano frontalmente, non ci offrono il loro volto e, con esso, la possibile decrittazione dei loro pensieri. D’altronde, spesso la posizione frontale “magrittiana” non apporta nulla allo spettatore, dal momento che il pittore ne copre il volto con oggetti vari (colomba, mela, lenzuolo, luce, etc.)… I motivi sono molteplici; ne do due: a) quel che deve interessare colui che si pone dinanzi al quadro non è la figura umana; b) il soggetto della tela deve rimanere misterioso.
E torniamo alla nozione di mistero collegato alla poesia. Dunque, la poesia – in questo caso, pittorica – è mistero, suo scopo è quello di porre enigmi, di renderli visibili senza per questo proporne una soluzione. Gli enigmi non si risolvono (perché non vanno risolti o non possono essere risolti); però, un linguaggio straordinario – quale è quello dell’arte – è in grado di suggerirne la penetrazione. Insomma, la pittura può – e deve – provocare in noi l’interrogazione essenziale del presentimento del mistero: un tableau doit être fulgurant (“un quadro deve essere folgorante”), scriverà Magritte nel 1958. Nel senso che il suo effetto deve essere di una sorpresa accecante agli occhi stessi del suo autore: piuttosto che cercare instancabilmente di scoprire i segreti (della vita, del suo senso non visibile), va suscitata nello spettatore l’intuizione del suo valore nascosto (qui, sulle orme di Heidegger, che pensava il mistero come qualcosa di inerente all’essenza della verità).

Ecco perché egli ci invita ad osservare il paesaggio che stanno contemplando i suoi personaggi (uomini o donne che siano), anch’essi spettatori, della manifestazione del mistero. E che cosa stanno quindi contemplando i suoi personaggi? La luna luminosa nel cielo, limpido e senza stelle (e per ciò stesso metaforico, non reale) al di sotto del quale si stende un paesaggio appena abitato (si intravedono lesilhouettes di alcune case, filari di alberi in lontananza, e ciottoli su un suolo desertico in prossimità) in Le Maître d’école; mentre in La Robe de soirée lo sfondo è occupato da una distesa azzurra, d’un tono più chiaro del cielo, cioè un mare placido e senza onde.
Si sa che i titoli di Magritte sono sempre fuorvianti, e anzi apparentemente lontanissimi dal soggetto proposto. Enigmatico resta nella sua incomprensibilità il titolo del Maestro, mentre quello del secondo quadro ci aiuta a comprendere il motivo per il quale la giovane donna ritratta di spalle è nuda. L’abito da sera è quel cielo e quel mare, la luna stessa con la quale la giovane donna ha presumibilmente un appuntamento. E’ un abito meravigliosamente metaforico il suo, che la rende partecipe della comunione con la natura, l’universo; e, in ultima istanza, con la vita.

Magritte, che è stato uno dei principali rappresentanti del Surrealismo, suggerisce allo spettatore che se esiste una chiave in grado di avvicinarci al senso nascosto del mistero (“la chiave dei sogni” è il titolo di un quadro di Magritte), essa è da ricercarsi nell’immaginazione e in quelle associazioni “inattese” che si palesano nell’arte (e nei sogni), definite poeticamente dal pittore stesso la trahison des images (il tradimento delle immagini) al riguardo del suo Ceci n’est pas une pipe (“Questa non è una pipa”, 1928/29). Non è un caso che i titoli di molti quadri magrittiani siano stati dati a partire dal gioco surrealista: una mano che pesca parole scritte su bigliettini che sono stati messi senza ordine logico in un cappello…
La luna accoglie da sempre un valore notturno metaforico (e quindi non solo astronomicamente parlando), in quanto, nell’associazione libera dei significati, ciò che è notturno è legato a ciò che non si vede, e per gli occhi che non vedono, il buio è l’ignoto, il mistero.
Nella pittura di Magritte, la luna è – una volta tanto – elemento non incongruo, più vicina alla Weltanschauung (pre)romantica che surrealista, con la differenza che all’interrogazione leopardiana (Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, / silenziosa luna?) non fa riscontro nella pittura di Magritte alcun anelito di risposta: la sua luna se ne sta lassù, affissa nel suo cielo di cartapesta: non accoglie domande, bensì lo sguardo, che non vediamo, dei personaggi del quadro e il nostro, di spettatori, che nessuno vede
Fonte: http://laboratoriodicriticadarteletteratur.blogspot.it/2009/02/la-luna-e-magritte.html



mercoledì 1 febbraio 2017

Cultura ed Ignoranza a specchio con la P R A T I C A.





"L'uomo che medita (uomo diversificato), qualora ne abbia la possibilità e le capacità, ha il dovere di studiare e di ampliare il suo bagaglio conoscitivo e di condividerlo. 

Lo studio integra e migliora la pratica, ma la cultura da sola è sterile,
pertanto è preferibile essere ignoranti e praticanti piuttosto che coltissimi e non praticanti."

Autore: J.Evola


Non smettere di farti domande, non smettere di cercare nel tuo Cuore, non smettere di disciplinarti, non smettere di crescere, fino alla morte pratica e condividi.