domenica 30 ottobre 2016

Nostalgia dell'Unione _ "La Disciplina"


Signore, che tutto in Te è contemplazione e non aneli a nulla che non sia nell'ordine predisposto del non agire.
Questa sofferenza che emerge, ha un posto che con il passar degli anni è diventato un nodo sopra nodo, un intreccio di fili così forti e pressanti che soltanto una costante disciplina e pratica potrebbe integrarla e renderla parte, evanescente e non permanente.
è un blocco, il Blocco dei blocchi di cui il mio cuore è prigioniero, ha scavato in fondo come una roccia ormai affondata dal continuo ammassare della terra, della sabbia e dell'argilla.
è inutile prendersela con ciò che ci ferisce semplicemente all'esterno, da una parola detta con sgarbo o da una attenzione non ricevuta. Tutto nasce da qui, mio Signore, da questa nostalgia che io cerco di colmare in tutto il mio agire. Cerco unione, cerco quel qualcosa che ho anelato fin dalla mia nascita, osservando il firmamento e quell'immensità svelata al di là del tramonto.
Signore, tu che vivi e leggi nella mia vita, come pagine di cui conosci la storia ed il destino, ti scongiuro di aiutarmi, in questa latente malinconia dell'essere. Un giorno mi ricongiungerò con questa eternità, con questa attrazione per le stelle, per lo spazio infinito, che sento, che percepisco che..crescendo lotta per non morire ammassato da "questa terra" che la vita quotidiana, se non si è vigili, butta addosso all'animo.
Durante la meditazione posso viverti;
 Signore che ti fai spazio in me, ti prego di integrare questo mio grande Blocco e di vivere sì, nell'unione ma di non lasciarmi sopraffare dalla compulsione mentale, dalle sensazioni, ma di osservare i disturbi di cui abitudine se ne è fatto il mio agire.
Signore, aiutami a viverti pienamente, annullando la mia volontà, ma ad essere il fuoco della tua volontà. Aiutami ad annullarmi, e sì, anche a sparire, non per smettere di sentire la sofferenza, ma per far della sofferenza, luce ed esperienza per glorificare la vita ed il suo esser Mare.
Aiutami a conoscere, ad integrare questi blocchi, sostienimi.
Da sempre in me, ed ora, fai tu.

Autore: Docean Drop

lunedì 10 ottobre 2016

il Leone _ "La Disciplina"



C'è un posto.
Un posto in cui dorme il Leone.
è notte, è giorno, ma il Leone è lì, dorme.
A volte lo si può sentire sgranchire la schiena, altre ruggire in segno di risveglio.
Ci sono volte, che capita di sentirne i passi, il suo corpo spostare i rami cespugliosi.
A me è successo di sentirlo camminare mentre osservavo le onde del mare, in un pomeriggio autunnale.
E ne ho visto l'ombra mentre osservavo il dirupo di una montagna.
Il Leone non si fa notare facilmente, ma non si può evitare di sentirlo. Sai benissimo quando è lì presente, nelle vicinanze. Può succedere persino di sentirsi osservati da lui.

Quando ero bambina, giocavo spesso con il Leone, giornate intere e notti intere colma della sua presenza. Un giorno mentre crescevo mi dissero che avrei dovuto aver paura del Leone perchè è un essere indomabile, si manifesta come meglio crede e se un giorno tu hai la netta sicurezza che non possa ferirti, che non possa aggredirti, allora ne rimarrai morto.
Forse gli adulti hanno più paura di vivere senza il controllo della realtà, piuttosto che abbandonarsi al flusso ed al volere di ciò che è oltre il Leone.
Ma da bambini non si ha sempre il coraggio di smentire le paure degli adulti.
Così lentamente si smette di giocare con il Leone. Esso si addormenta accanto a te quando già stai dormendo, continua a sorvegliarti finchè d'un tratto senza che tu te ne accorga, ritorna da dove era venuto.

Arrivano poi quei giorni, in cui la rabbia, il dolore, la falsità di un mondo illusorio a cui abbiamo ceduto noi stessi, ci sta stretto e andiamo alla ricerca del Leone, ma lui semplicemente non c'è. Così come ci hanno frammentati da bambini, continuiamo ad esserlo dicendo che nemmeno il Leone ci ha amati abbastanza da rimanere al nostro fianco. Ma sappiamo in fondo al nostro cuore, che così non è.

Sono uscita a cercare il Leone, qualche tempo fa. Una mattina, all'ora dell'alba, l'ho colto mentre si specchiava nel fiume, così guardai anche io e notai che il mio riflesso era lo stesso del Leone. Lui stava cercando Me, ma non osava avvicinarsi a qualcosa che ormai gli era sconosciuto.
Mi sentii afflitta, come quando si perde un amico tanto amato. Mi stava a debita distanza e mi notava con indifferenza. Ogni tanto la mente si annebbiava della paura di rimanere morta dalle grinfie del Leone, ma una notte mi feci coraggio e avvicinandomi alla sua grotta gli buttai una rete addosso, ero decisa a catturarlo, a riprendermelo, a domarlo, a farlo di nuovo mio.
Ma il Leone si dibatté tanto da spingermi alla roccia, ai piedi di un burrone. Per brevi istanti ho avuto paura di morire a causa sua, come dicevano sempre i Grandi, mi ruggì contro e sembrò volermi divorare in un boccone. 
Perciò chiusi gli occhi e nel Silenzio, capì solo che il Leone mi rimproverava di non essere affatto determinata nel volerlo di nuovo con me. Non lo desideravo ardentemente, quotidianamente, costantemente.

Molti pensano che il Leone sia solo un essere istintuale, ma nell'istinto porta con sè l'essenza divina, circolare, impermanente di tutto l'ordine delle cose. è l'energia primaria che ci riconduce alla via primaria. Il Leone sa ciò che l'uomo ancora dormiente ha nascosto di sapere. 
Tornai dunque alla grotta dove il Leone era solito dormire, ma lui non si fece vedere per diverso tempo, ed in quel tempo io meditai a lungo la sua assenza.


- Fine prima parte -

Autore: Docean Drop

lunedì 3 ottobre 2016

Qualcosa che ho amato



Qualcosa che ho amato ed è svanito.
Petali dissolti nel vento,
nuovi giorni e nuovi notti,
nuovi turbamenti,
nuovi, ed è tutto già scritto
sul manto dei miei passi.
Impronte mentali consumate da nuove vedute.
Cime innevate da idee, scavando negli abissi
del Vedere.
L'essenza oltre nubi ed oltre veli di cristallo.

Autore: Docean Drop

di Te e di Me




Scriverò di Te, perché di Te parlai,
per non essere Me, che di Me rare volte avevo.
Riflesso che altro non sei.

Autore: Docean Drop

La Silenziosa Armonia


Nuotava la silenziosa armonia vibrando fra il battito ed il pensiero
lontano come una nave senza costa da approdare
silenziosa e fluttuante
come un sogno che s'affaccia lento 
ad una realtà senza tempo.

Nuotava fra le onde del fraudolento vivere,
balene divisorie che non sfioravano il respiro dello spazio.

Autore: Docean Drop


domenica 2 ottobre 2016

Qualcosa laggiù.. oppure no. Il sottobosco. _ "La Disciplina"


Quel giorno che scesi dall'auto notai lentamente come tutto stesse cambiando.
Il mio viso non era più il mio viso,
i miei passi non erano più i miei passi,
ma ero in un corpo, ad osservare il tutto,
ed a vivere,
il tutto.
Dal sorriso che nasceva da un pensiero, da una frase divertente, simpatica, al dolore che procedeva lungo la gola e si aggrappava allo stomaco dondolando in pancia.
Ero donna ed osservavo il nudo corpo ad uno spettatore allo specchio: me stessa.
In qualche momento della giornata, sentivo l'assenza della paura,
della paura della morte ed ero pronta a qualsiasi evento, perchè una presenza maggiore, al di là del tempo e della ragione, era viva e vigile dentro a questo corpo.
Poi ogni tanto succedeva, che tornavo ad una realtà troppo stretta, ma me ne accorgevo subito, perché quando giudicavo ecco che dicevo a me stessa: "ecco, giudico senza sapere realmente come stanno le cose."
Perciò mi accorsi di camminare sopra a questo filo: tra osservazione e illusione.

Non si può tornare indietro quando ti accorgi di non essere ciò che hai costruito e specialmente quando impari ad osservare il tutto sin dal risveglio al sonno.
La sofferenza è troppo vera quando osservandola si fanno dei piccoli passi, immergendo poi i piedi: ti lacera dentro se rimani per troppo tempo in essa. Ma se dopo aver immerso i piedi, prosegui il cammino, ti rendi conto di esserne fuori e allo stesso tempo dentro, perché non puoi fingere che ti sia essa tutta attorno come tutti gli altri sentimenti. Appesi a muri invisibili, ovunque tu poggia le mani, sorgono emozioni.

La vita.
Come vivere dentro ad un quadro, in cui tutto muta, sempre.
Finchè ne rimani spettatore, muterà anche questo.

Poi non so dire, con esattezza cosa successe.
Molti giorni a venire, d'improvviso mi accorsi di un'altra inquietudine, affacciarsi a questa visione.
Anche lì, osservai ma con una certa sofferenza, sepolta sotto la pelle del petto, sopra il seno, come se si fosse formata una spugna, incastonata bene.
Ed ecco che in un pomeriggio di autunno, al settimo giorno di inizio ottobre, 
Lo avvertii allo stomaco, come farfalle, no, peggio. La testa si svuotò di botto, il tutto aveva perso consistenza, persino la realtà, gli oggetti, le forme, le figure, le sentivo lontane. Ed ecco la morsa scendere fra le viscere e poi come un treno partire in petto, un cortocircuito fra i pensieri e la paura presentarsi in ogni parte di quel corpo che stavo imparando ad osservare.

Sto male.
Respiro, "Prendi respiro" mi dico, ma persino la voce che credevo esser la mia voce si fa lontana e non la comprendo.
Respiro e mi fa paura anche essa.
"Dio aiutami" ma anche questa forma, chi è essenzialmente? E poi, ha forma?
No, mi alzo, in piedi, vado da Lui, chiedo aiuto. Aspettiamo, lentamente colgo di nuovo la realtà, ma qualcosa rimane a far confusione in me. A tratti risento la morsa.
Ripenso ai suggerimenti ricevuti a primavera ma non riesco a formulare pensieri consistenti, come se le parole a tratti svanissero e balzassero d'improvviso fuori dal campo razionale. Torna la paura, ma chi è essa, che cosa vuole e perché?

Non riesco ad osservare come prima, c'è qualcosa che non va, rimango ancora confusa e non capisco di cosa ho paura.


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Autore: Docean Drop