mercoledì 29 giugno 2016

La neve dei cuori emergenti __ [ Racconti ]


Successe così, per caso, che mi innamorai di Lei.
Era talmente freddo in quella notte di novembre, la neve cadeva giù con tanta forza da coprire il vetro della mia auto. Percorrevo la strada lentamente ed i lampioni illuminavano un manto pallido da ore.
Ed ecco che la vidi aspettarmi sotto la bufera. Le feci un cenno con i fari dell'auto, lei si voltò stretta nel suo giubbotto nero e camminò velocemente verso me.
Sorrisi quando entrò e feci una battuta sulla sua punta rossa del naso, ero felice di vederla lì, con me.
Sentire la sua voce scaldava il cuore.
In pochi attimi, anche se ci conoscevamo da tempo, mi accorsi nel silenzio di tenere a lei, come parte del mio essere.
Presi la sua mano, mentre guidavo lentamente e la strinsi, portandola alle mie labbra.
Sentii il suo sguardo attraversarmi i pensieri, sicuramente si chiedeva come mai tanta premura.

"Ho voglia di portarti a bere qualcosa di caldo" le dissi voltandomi per pochi istanti, per vederla in viso.
Annui silenziosa, mordendosi le labbra e sorridendo poi.
"Il dottor Gagliani ha detto che il mio corpo sta reagendo bene alla nuova cura" disse lei guardando fuori dal finestrino.
"Ovvio, tu sei forte!" Sorrisi tenendole ancora stretta la mano.
"Forse mi ha fatto bene mangiare tutta quella carne che tua zia ha data a mia madre!" Tossì improvvisamente.
"Senti freddo? Forse devo alzare..." 
"No, no va benissimo così!" mi interruppe lei riprendendo la mia mano.
Quel gesto mi fece vibrare il cuore.

Al pub mentre ordinammo le nostre bibite, mi accorsi che aveva addosso la felpa ed il cappuccio che le regalai.
"Che hai così tanto da guardare questa sera?" disse lei abbassando lo sguardo "Sono così pallida?"
Sorrisi e notando il suo imbarazzo cambiai discorso parlando di pattinaggio sul ghiaccio, di equitazione e delle band emergenti in città.
A volte non potevo fare a meno di soffermare i miei occhi sulle sue labbra.
E mi tornavano in mente le parole di una vecchia canzone:
Dove andrai? Cosa farai? Rimani qui con me, con me,
andiamo dove sorgono i sogni e non muoiono le emozioni
andiamo, dove non ci sono ferite e piazze vuote
amiamo il paradiso io e te

E quando la riaccompagnai a casa, prima di farla scendere la tirai verso me e l'abbracciai forte.
Sentii il suo profumo ed il suo sospiro farsi carico di pensieri e provai a cercare le sue labbra,
lei disse "Non complichiamo le cose, non so se guarirò.." 
E che mi importa?
"Guarirai.." 
e chissà se quei nostri interminabili baci fino alla fine dell'inverno le diedero la speranza di credere, la forza di sognare.

Con questi fiori alla mano, la sto aspettando fuori dall'ospedale per il suo ultimo controllo.
E mentre i fiori di ciliegio sbocciano e le rondini attraversano il cielo, l'attesa si fa lenta e paziente.
La neve di quella sera di novembre..

Dove andrai? Cosa farai? Rimani qui con me, con me,
andiamo dove sorgono i sogni e non muoiono le emozioni
andiamo, dove non ci sono ferite e piazze vuote
amiamo il paradiso io e te





Autore: Docean Drop





venerdì 24 giugno 2016

Il profumo del Silenzio __ [ La Disciplina ]


“Impegna tutto il tuo sforzo perché Dio divenga parte di te così che tutta la tua attenzione, tutto il tuo impegno, siano per Dio e abbiano alla base il tuo distacco. Se fai così migliori le tue opere. Se ti rivolgi a Dio in maniera distaccata ogni bene si rivolgerà a te. Cerca Dio e troverai ogni bene. A chi si rivolge a Dio, è Dio stesso che si rivolge a lui e lo riempie di virtù. Quello che prima cercavi ora certa te, quello che prima inseguivi, ora insegue te e quello che prima fuggivi, ora fugge te”

“Infatti tutte le cose di Dio si attaccano a chi è molto attaccato a Dio e tutto ciò che è lontano e dissimile da Dio fugge da lui” 

“Però per arrivare all'unione e a sopprimere il proprio ego è necessario un grande impegno ed occorrono due condizioni particolari. Uno è restare all'interno di se stessi, con lo spirito saldo di fronte alle immagini esteriori, in modo che queste rimangano all’esterno e non trovino posti sconvenienti entro di noi. Seconda condizione è che queste immagini interiori, le rappresentazioni e l'elevazioni dello spirito, non debbano distrarci e farci perdere nella molteplicità” 

“Si devono tenere in pugno tutte le potenze dell'anima, mentre le si usano, ed avere presente l'interiorità” 

“L'uomo non si deve accontentare di pensare Dio. Perché quando l'uomo pensa a Dio, il pensiero di Dio poi ci abbandona, e ci abbandona anche Dio.” 

“Si deve invece possedere Dio nella sua essenza e questa è al di sopra del pensiero dell'uomo e di ogni creatura. E allora Dio non ci abbandona mai, a meno che l'uomo non si distolga volontariamente da Lui. Chi possiede Dio nella sua essenza coglie Dio nel modo di Dio”  

« [...] Ci dice che Dio è molto al di sopra del pensiero dell'uomo e di ogni creatura. Sempre, sempre lo stesso discorso: basta con i diaframmi, basta con i filtri mentali e con questo processo di flusso continuo della mente legato all’ego. E allora ecco che, come scrive Eckhart, un tale Dio non ci abbandona mai, almeno che l’uomo non si distolga volontariamente da Lui. Quando sei centrato, Dio è lì. Ed ecco che il concetto del libero arbitrio entra qui: cioè, se tu vuoi puoi separarti da questo, quando c’è l’unione mistica, ma ciò richiede un atto volontario della persona, perché sennò si è uniti con Dio. È come un uomo che ha molta sete: può agire, fare il suo lavoro, avere anche pensieri diversi dal bere, ma l'immagine, il desiderio della bevanda, lo seguono, non lo abbandonano, in ogni caso, qualsiasi attività faccia. Quando uno ha sete ha sete, qualsiasi attività e lavoro svolga, e così se noi abbiamo sete di Dio, abbiamo sempre presente Dio, Dio è sempre presente in noi stessi, indipendentemente dalle attività che svolgiamo. Dunque, possedere la verità. Chi possiede Dio, in verità, lo possiede dovunque: nella strada, in chiesa, al lavoro, giocando con gli amici, sempre. Chi è centrato in Dio è centrato, sempre. E un tale uomo lascia Dio agire attraverso di sé. Ecco la retta azione ed il non agire. »

 Fonte:   Meister Eckhart _ L'unione Mistica

http://win_corduan.tripod.com/000000002014/meistereckhart5.jpg

giovedì 23 giugno 2016

La Ragazza Di Cristallo _ [Racconti]




"Dorian, perchè Amelia è conosciuta come La Ragazza Di Cristallo?" domandò la ragazza dai capelli rossi.
Il giovane sospirò mentre annaspava con la mano nel buio, in cerca di altra legna da mettere sul fuoco.
"Leggende, storie, fantasie.." rispose una volta che afferrò un vecchio ramo tagliato.
"Sono pronta all'ascolto!" affermò istintivamente con sorriso, sistemandosi sull'erba.
Dorian alzò uno sguardo verso Angela, la ragazza al di là del falò che le aveva posto la domanda su Amelia.
Si sentiva da lontano il suono delle onde del mare farsi calmo fra gli scogli ed il ragazzo guardò oltre gli alberi di pino. Vide Amelia seduta su una lieve collinetta baciata dalla luce pallida della Luna piena. 
"Non ne ho voglia Angela, fattelo dire direttamente da Amelia!" sbuffò cercando un posto dove stendersi senza sentirsi infastidito da aghi e sassi.
"Ok, allora vado da lei.."
"Forse non ti conviene!" rispose d'impulso Dorian.
"Ma come?" 
"Potrebbe non essere la serata giusta per farle simile domande.."
Angela ormai in piedi, guardò perplessa il volto di Dorian.
"Voglio dire.." continuò parlando il ragazzo a testa bassa "sai come sia particolare Amelia e siccome ci sono tante storie in giro su di lei, potrebbe essere che stasera non ne voglia parlare o sentirsi fare domande simili.."
"E allora dimmelo tu!"
"Santo cielo come sei testarda!"
"No, sono curiosa! è da questa mattina che mi ronza in testa questa storia della ragazza di cristallo!"
"Abbassa la voce!" disse con fermezza Dorian guardandosi intorno.
Angela sbuffò ed incrociò le braccia al petto.
"Forza stupidina, siediti.."
I giovani rimasero in silenzio ed entrambi si voltarono a guardare verso la collinetta dove Amelia sembrava ormai esser persa in un mondo totalmente suo.

Angela si sedette vicino a Dorian che cominciò a bisbigliare qualcosa come..

"Quando eravamo bambini, tutti ridevamo delle fantasie che Amelia raccontava alla maestra, cose assurde. Hai presente quando ogni anno, dopo 3 mesi di vacanza le maestre ci chiedevano cosa avessimo fatto durante la pausa scolastica? Ecco, lei raccontava di essere stata ad esempio in un isola senza genitori, per un lungo tempo, con un drago e una fata che la portavano a spasso a scoprire i misteri dell'isola. Oppure una volta in quinta elementare disse che era stata rapita da 10 gnomi che avevano bisogno del suo aiuto per recuperare.. non so. Tipo delle sfere per salvare il proprio villaggio dal male."

"Sì" interruppe Angela " va bene, quando siamo bambini è normalissimo raccontare queste cose!"
"è vero, infatti noi tutti ci divertivamo ad ascoltarla e fantasticavamo sui suoi racconti, non nego che in quinta elementare avevamo cominciato con un gruppetto di ragazzetti a prenderla in giro, però era piacevole ascoltarla" rispose Dorian giocherellando in mano con un sassetto bianco.

"E allora?"
"Allora cosa?"
"Che cosa c'entra questa storia del cristallo?"

"C'entra. Perchè crescendo Amelia si era fatta sempre più silenziosa e usciva poco con tutti noi, come se ci volesse nascondere qualcosa e così ci siamo fatti tante domande e uno di noi è uscito fuori raccontando cose strane come le raccontava lei e ci ridevamo sù."

"Non mi stai rispondendo.." disse spazientita Angela.

"Un pomeriggio d'estate, mentre eravamo alla piazza del mercato ad annoiarci, abbiamo visto Amelia correre come una pazza ed inciampare sul marciapiede. Aveva la maglietta ed i jeans strappati, sporchi di terra, ed i capelli coperti da foglie secche. Lì per lì eravamo rimasti totalmente confusi e volevamo aiutarla, ma quando si è accorta di noi, si è spaventata e ha continuato a correre. Siccome era così assurda la situazione siamo scoppiati a ridere come dei bambocci. Uno di noi per scimmiottarla un po', si era avvicinato sul luogo dove l'avevamo vista correre ed insieme ci siamo tutti stupiti nel vedere tanti pezzetti di vetro, come se si fosse rotto uno specchio. Accanto ai minuscoli pezzetti di vetro avevamo trovato anche una rosa di cristallo rotta."

"Ed è solo per questo che l'avete chiamata La Ragazza di Cristallo?"

"Non so da dove sia venuta fuori questa storia, un passaparola credo, una fantasia di qualcuno, che raccontò di Amelia che si trovava in un campo di guerra in età medievale e che per sfuggire dai cavalieri che le stavano per tagliare la testa, una cugina strega di Amelia, la salvò facendole come scudo uno specchio di cristallo che frantumandosi la riportò ai giorni nostri e per ricordarle del favore reso le donò una rosa di cristallo.."

"Ma che storie sono queste? Ma quanti anni avevate?" chiese Angela incredula.

"15 o 16" rispose Dorian fissando le fiamme del falò.

"Siete peggio dei bambini!" rispose indignata Angela alzandosi in piedi. " Grazie per la favola e buonanotte giullare!" disse di seguito entrando nella sua tenda.

Dorian cercò di nuovo con lo sguardo verso la collinetta e vide ancora Amelia, seduta e abbracciata a se stessa fissare le onde del mare. In quel preciso istante il ragazzo avvertì in cuor suo un lieve senso di colpa. Ancora a 19 anni qualcuno andava in giro raccontando queste sciocchezze su Amelia, lasciandola sola o ancor peggio offendendola con tali barzellette. Eppure il ragazzo non aveva mai avuto la sensazione di prendere seriamente in giro la ragazza, provava anzi un senso di compassione e di ammirazione.
Sospirò ancora; osservò nei dettagli Amelia. La luce della Luna donava chiarore a quei lunghissimi capelli biondi che le incorniciavano il viso. 
Dorian sentì un sussulto al cuore e poco dopo un senso di inquietudine si impossesò del suo animo:
"Come mai Amelia ad 11 anni cominciò a farsi sempre più cupa e triste in volto? Perchè smise di giocare con tutti noi, suoi compagni di classe e di giochi? Che cosa le era successo quel giorno che la videro spaventata, sporca e con i vestiti strappati?"

Un nodo in gola si formò ed il viso di Dorian si fece pallido "E se le era successo qualcosa, se qualcuno le aveva fatto del male.." 

Come poteva fino ad allora, esser stato così ignorante e sciocco da non essersi fatto mai delle domande simili?


[Fine del Racconto]



Spesso l'ignoranza conduce al silenzio dei sensibili.


Autore: Docean Drop

giovedì 9 giugno 2016

Impermanenza di morte e di vita



" Il tuo delicato silenzio, mi ricorda il vento accarezzar i fior di pesco. Una primavera al tuo volto si incendia. Tornerà l'autunno sui campi bianchi. I neri tronchi nudi al cospetto dei boschi. Che pace nella morte delle docili tigri, affiorano pesci azzurri dalle acque dell'oceano. 
Il tuo delicato svanire, mi ricorda il vento toccar le fronde dei miei spezzati capelli. "


Nulla permane, ne gioia ne dolori. Un tragitto senza nomi.






Autore: Docean Drop


Non dimenticare le tue origini _ Assenza di radici

 


Non dimenticare
le tue origini
padri fondatori
delle illusioni
madri generatrici
di segreti

Non dimenticare
le tue origini


assenza di radici
nasco e muoio
incessantemente

il passato è carta bianca
il futuro è un vortice 
luce senza speranza
il presente è il respiro dei mortali

oltre il tempo
oltre lo spazio
vivo di momenti locali

Non dimenticare
le tue origini
padri fondatori
delle illusioni
madri generatrici
di segreti

Non dimenticare
le tue origini
nuoto in attimi
gabbie e prigioni
nuovi cieli oltre le barriere
oltre,
oltre

lievitare
in corpo
e
in menzogna

lacrime intrecciate
in nodi di promiscuità
vendita di anime
progenie immacolata
incarnazioni di diavoli

non tace il silenzio
si insinua il veleno
fra le pieghe del dolore
diavoli o santi

nuoto in attimi
gabbie e prigioni
nuovi cieli oltre le barriere
oltre,
oltre

Non dimenticare
le tue origini
padri fondatori
delle illusioni
madri generatrici
di segreti

Non dimenticare
le tue origini




Autore: Docean Drop