giovedì 18 febbraio 2016

Se c'è sicurezza in Noi





Prendimi per mano, Cammineremo.
Cammineremo soltanto.
Sarà piacevole camminare insieme.
Senza pensare di arrivare da qualche parte.
Cammina in pace.
Cammina nella gioia.
Il nostro è un cammino di pace.
Poi impariamo che non c’è un cammino di pace;
camminare è la pace;
non c’è un cammino di gioia;
camminare è la gioia.
Noi camminiamo per noi stessi.
Noi camminiamo per ognuno sempre mano nella mano.
Cammina e tocca la pace di ogni istante.
Cammina e tocca la gioia di ogni istante.
Ogni passo è una fresca brezza.
Ogni passo fa sbocciare un fiore sotto i nostri piedi.
Bacia la terra con i tuoi piedi.
Imprimi sulla terra il tuo amore e la tua gioia.
La terra sarà al sicuro se c’è sicurezza in noi.
 
 - Thich Nhat Hanh

L'impermanenza






Il Buddha era seduto sotto un albero a parlare ai suoi discepoli. Arrivò un uomo e gli sputò in faccia. Egli si asciugò, e chiese all’uomo, “E poi? Cosa vuoi dire dopo?” L’uomo era un po’ perplesso perché non si aspettava che, dopo aver sputato sul volto di qualcuno, gli si chiedesse: “E poi?” Non era mai successo in suo passato. Aveva insultato persone e loro si erano arrabbiati, avevano reagito. Ma Buddha non è come gli altri, non si è arrabbiato, né in alcun modo offeso. Ma ha detto semplicemente: “E poi?” Non c’è stata alcuna reazione da parte sua.
I discepoli del Buddha si arrabbiarono, reagirono. Il suo discepolo più vicino, Ananda, disse, “Questo è troppo, e non possiamo lo tollerare. Deve essere punito per questo. In caso contrario tutti potranno iniziare a fare cose come questa. “
Buddha disse: “Tu taci. Non mi ha offeso, ma sei tu ad offendermi. Lui è nuovo, un estraneo. Deve aver sentito dalla gente qualcosa di me, che questo uomo è un ateo, un uomo pericoloso che sta gettando la gente fuori dal loro sentiero, un rivoluzionario, un corruttore. E in lui potrebbe essersi formata una qualche idea, un concetto di me. Egli non ha sputato su di me, lui ha sputato sulla sua nozione. Ha sputato sulla sua idea di me, perché lui non mi conosce affatto, così come può sputare su di me?
 
“Se ci pensi profondamente” Buddha disse “ha sputato sulla propria mente. Io non sono che parte di lui, e posso vedere che questo povero uomo deve avere qualcos’altro da dire perché questo è un modo di dire qualcosa. Sputare è un modo di dire qualcosa. Ci sono momenti in cui senti che il linguaggio è impotente: nell’amore profondo, nella rabbia intensa, nell’odio, in preghiera.


 Ci sono momenti intensi in cui il linguaggio è impotente. Poi si deve fare qualcosa. Quando si è arrabbiati, profondamente arrabbiati, si colpisce la persona, ti sputano addosso, lui sta dicendo qualcosa. Lo posso capire. Deve avere qualcosa di più da dire, è per questo che sto chiedendo, “E poi?”
L’uomo era ancora più perplesso! E Buddha disse ai suoi discepoli: “Sono più offeso da voi perché voi mi conoscete, e avete vissuto per anni con me e ancora reagite.”

Perplesso, confuso, l’uomo tornò a casa. Non riuscì a dormire per tutta la notte. Quando vedi un Buddha, è difficile, impossibile dormire nello stesso modo in cui dormivi prima. Più e più volte era ossessionato da questa esperienza. Non riusciva a spiegare a se stesso, quello che era successo. Egli era tutto tremante e sudato. Non aveva mai incontrato un uomo così, lui aveva mandato in frantumi la sua mente e il suo intero modello, tutto il suo passato.
La mattina dopo era di nuovo lì. Si gettò ai piedi di Buddha. Buddha gli chiese ancora: “E poi? Anche questo è un modo per dire qualcosa che non si può dire con il linguaggio. Quando arrivi e tocchi i miei piedi, stai dicendo qualcosa che non si può dire, perchè tutte le parole diventano un po’strette. Buddha disse:” Guarda, Ananda, questo uomo è di nuovo qui, sta dicendo qualcosa. Questo uomo è un uomo di profonde emozioni”.
L’uomo guardò il Buddha e disse: “Perdonami per quello che ho fatto ieri”.

Buddha disse: “Perdonarti? Ma io non sono lo stesso uomo a cui hai fatto qualcosa.
Il Gange continua a scorrere, non è mai il Gange di prima. Ogni uomo è un fiume. L’uomo che sputa non è più qui. Non vedo proprio nessuno come lui, ed io non sono la stessa cosa, tanto è successo in queste 24 ore! Il fiume ha scorso così tanto. Quindi non posso perdonarti perché non ho nessun rancore contro di te. “
“E anche tu sei nuovo. Vedo che non sei lo stesso uomo che è venuto ieri, perché quell’uomo era arrabbiato e lui ora, si sta chinando ai miei piedi, tocca i miei piedi. Come può essere lo stesso uomo? Tu non sei lo stesso uomo, quindi cerchiamo di non pensarci più. Queste due persone, l’uomo che ha sputato e l’uomo su cui sputare, entrambi non sono più. Vieni più vicino. Parliamo di qualcos’altro“.

    - Parabola Buddista


martedì 16 febbraio 2016

Il Dharma nel Buddismo __ "La Disciplina"


 Nel Buddismo il Dharma rappresenta la disciplina trasmessa da Buddha ed essa consiste in una osservazione de "il modo in cui le cose sono".
Perchè è necessario conoscere il Dharma?
Partendo dalla sofferenza si può cominciare a seguire la Disciplina che permette di osservare tutto ciò che la sofferenza ha causato nelle nostre vite.
Nel Buddismo la sofferenza detta duhkha è una condizione "difficile da sopportare" ed è una delle principali caratteristiche degli esseri del samsara. [Questo ultimo rappresenta il ciclo a cui sono sottoposti tutti gli esseri viventi]



 Il Dharmacakra è il simbolo della ruota del Dharma. La ruota "cakra" rappresenta la ruota dell'impermanenza. Al centro il nucleo ruota continuamente proprio per rappresentare il concetto di non permanenza.
Nessun status o ruolo nella vita dell'individuo è permanente; dalle cose materiali come la ricchezza ai successi, niente di tutto ciò può dare quella stabilità che, nel mondo occidentale soprattutto, è ricercata nella quotidianità con il continuo agire e attaccamento.

I dharma (in minuscolo indicano gli oggetti conoscibili come quelli della mente, gli oggetti materiali, le regole, le tradizioni e i comportamenti virtuosi).
caratterizzano gli infiniti modi in cui la realtà si manifesta. Ed è così che gli accadimenti nella nostra vita quotidiana sono frutto di azioni passate e semi di azioni future.

Nota personale: Nell'osservazione del Dharmacakra mi è venuto in mente il timone delle navi, che ci sia qualche nesso con esso?
















Docean Drop

lunedì 15 febbraio 2016

Noi STessi





Quante volte immaginiamo
di salvare il mondo,
una persona,
un animale,
una pianta,
una idea,



e quante volte immaginiamo di salvare noi stessi?

L'ultima opzione non avviene così spesso.
Si tende a pensare a ciò che è esterno da noi
Che la felicità sia in un qualche angolo della città,
o fra le onde che si infrangono sugli scogli,
o sulle cime delle montagne innevate,
o nello sguardo di chi è nel nostro cuore,
ma se osserviamo attentamente non è in nessun di essi.


Questa notte sono con il vuoto,
non c'è nessuno a cui posso appellarmi se non a me stessa.

Fuori è buio 
e dentro me
vi è un gran silenzio
 Docean Drop
 

domenica 14 febbraio 2016

Inside HER

I tuoi colori serpeggiano lungo il confine dei miei movimenti.
Interrompono flusso e torpore.
Una foglia rotola sull'asfalto umido.
Di notte le querce nude prosperano silenzi insaziabili.
Sorrido al vento affinchè giungano.





 Ne muri, ne rumorose solitudini.
Affiancano i miei pensieri
solo occhi,
osservano ed essi dissolvono.
Non rimane specchio in cui
possa riflettere l'impermanenza. 





 Nebbia e terra, questa pelle, questo corpo.
Accompagna il respiro
      il gesto di vivere.
 

La Burning Room _ Racconti dall'al di Qui & Ora_


La Burning Room

Parte 1

"Mistica Gloria"




La Burning Room è la stanza di mia madre.
Una donna che ha dato tutta se stessa per le cause incognite.
Nessuno può entrare nella Burning Room a patto che non abbia affrontato delle specifiche prove. La più importante è lasciarsi condurre nel seminterrato nascosto dietro l'altare delle ricchezze. Una piccola porta di colore nero con una maniglia rossa. Solo per questo motivo il dubbio di proseguire lacera ogni aspettativa positiva. La scalinata a chiocciola sprofonda nelle ombre ed è meglio portarsi dietro una torcia infuocata che non vi servirà a molto se non a sapere dove mettere i piedi. Se avete la sudorazione facile per la claustrofobia vi conviene riflettere a lungo prima di intraprendere il percorso; a volte avrete la sensazione di sentirvi soffocati e che le mura vi possano schiacciare come una mosca e la pietra scagliata dal capo Tribù. Se non sopportate gli odori pungenti e particolarmente dolciastri vuol dire che metterete a dura prova la vostra resistenza a non cadere nel pensiero compulsivo che non vi sia aria per respirare.
Penultimo consiglio: durante il tragitto i vostri pensieri potrebbero farsi pesanti ed aggrovigliarsi causando un cortocircuito mentale, quindi se sapete rimanere Vuoti vi suggerisco di rimanere tali. 
Fino ad ora, chi è entrato nella Burning Room, ne è uscito sconfitto o completamente cambiato e non so dirvi se in positivo o in negativo, perchè non ho avuto alcun modo di rintracciare le orme dei coraggiosi, probabilmente svaniti nel nulla.
L'ultimo mio consiglio è di non avere fretta e di non lasciarvi ingannare dalle illusioni.
Quando avrete raggiunto l'ultimo scalino, le mura si incendieranno e avrete strane visioni, se cederete a ciò che vedrete, avrete l'alta probabilità di non poter tornare più sani di come eravate prima di entrare nella Burning Room.

 



Questa è la mia storia. 
Sono Mistica Gloria e vivo in una piccola dimora nell'Altopiano dei Sunniti ed oggi ho deciso di entrare nel Tempio del Destino ed affrontare La Burning Room di mia Madre, la Regina Immortale di Fòçiusky, esseri che vivono nell'Asteroide 50A0.









[..Continua..]


giovedì 11 febbraio 2016

Il mondo che non c'è _ Ep.1° L'alchimia [Racconti]






Il Mondo che non c'è

Capitolo 1

"L'alchimia"



"Corri Samuel! Corri!" 
gridava una voce di bambino mentre la stella Govren sorgeva ad est da in mezzo alle nubi della notte.
Nel bosco degli Orfen il silenzio era interrotto da piccoli passi fugaci fra i ristretti sentieri degli abeti.
Un'altra voce da in mezzo al piccolo gruppo chiese "ma come è possibile che ci abbiano sentiti?" 
Un altro piccolo bimbo inciampò fra le pietre nascoste dalle foglie.
"Accidenti Frank, mangia di meno a colazione, non sai nemmeno dove stai mettendo i piedi!" disse in suo soccorso il ragazzino più alto.
Giunsero fino ad un tronco largo quanto il tavolo dei quattro moschettieri e tanto alto quanto l'albero della Vita descritto nei racconti del vecchio Yume, l'unico uomo dalle origini orientali giunto nel loro piccolo paese di provincia. 
Lentamente ciascuno di loro si arrampicò su una corda che li avrebbe condotti al rifugio costruito fra le folte fronde. 
L'albero era chiamato dai ragazzini "Base 1" quando erano in mezzo ad altre persone o in situazioni di pericolo, ma per tutti loro aveva un nome sacro che soltanto i membri del gruppo avrebbero potuto saperlo. 
Quando anche il più piccolo fu giunto nella Base 1, cominciarono a contarsi fra di loro per esser certi che tutti i membri fossero presenti.
"Manca Becco" disse uno di loro.
"Ah, certo. Me lo aveva detto ieri pomeriggio che non sarebbe potuto venire. Ha la sorellina con la febbre!"
"La peste con la febbre? Non ci credo!" rispose ancora un altro.

Il gruppo era composto da Frank il piccolo, Penny il saggio, Samuel il coraggioso, Becco l'astuto, Gian il ladro, Kionello il vero e BamBam il guerriero. L'ultimo di loro, BamBam, era il ragazzino più grande e più alto, aveva 14 anni ma per tutti loro era già un uomo in grado di sconfiggere anche i giganti. 
Frank era un bimbo di soli 7 anni ma il più veloce e capace di nascondersi anche in piccoli buchi.
Penny invece era detto il saggio perchè aveva sempre la risposta giusta al momento giusto e con quei suoi grandi occhiali aveva l'aria di sapere tutta l'enciclopedia della libreria di suo padre, avrebbe compiuto a breve 9 anni.
Samuel non aveva paura di niente e spesso era il primo a rischiare in situazioni nuove insieme al suo migliore amico Gian il ladro, entrambi non si facevano scrupoli di avventurarsi in nuovi posti e spesso organizzavano tappe da raggiunge e insieme studiavano il linguaggio in codice per capirsi nel gruppo, avevano 12 anni.
Becco e Kionello erano cugini ma senza di loro, il gruppo non avrebbe scovato e, di seguito tradotto, i libri segreti del nonno di Frank, una persona di mezza età molto solitaria e silenziosa avvolta da un alone di mistero.
Becco aveva 10 anni mentre Kionello 13.

Quella mattina di marzo i ragazzini decisero di uscire all'ora dell'alba per rubare il diario della cugina di Samuel, Rebecca. Tutti al piccolo paese sapevano che la ragazza era una tipa particolare e le stavano alla larga ma nessuno sapeva spiegarne il motivo. I suoi vecchi amici, dopo averla abbandonata, dissero che era una strega, una matta senza lume della ragione e spesso la ridicolizzavano di fronte ai ragazzi più grandi che si ubriacavano e fumavano al circolo sotto casa di Becco.
Durante le festività, quando tutti i parenti si radunavano per i grandi pranzi, Rebecca rimaneva quasi sempre in disparte con qualche libro antico fra le mani, spesso sospirava di fronte al davanzale della nonna e sembrava perdersi in chissà quale mondo nella sua testa. 
Samuel era molto incuriosito dai suoi modi di fare e sempre raccontava a Gian di quello che veniva a sapere o a vedere di sua cugina.
Il 15 aprile Rebecca avrebbe compiuto  17 anni e a natale la nonna aveva regalato alla ragazza un diario dalla copertina strana, color bronzo con dei motivi argentati. Il bambino aveva intuito subito che c'era un rapporto simbiotico fra la cara signora anziana e sua cugina, ma non sapeva spiegare il motivo di tutto quel mistero. 
Così sapendo che nel fine settimana Rebecca sarebbe rimasta a dormire dalla nonna, decise con il suo gruppo di infiltrarsi di nascosto in casa e di trovare il diario della cugina per leggerne i suoi segreti.
Ma tutto questo sarebbe dovuto avvenire prima che la ragazza si svegliasse e mentre sua nonna si dirigeva al mercato fuori dal paese.
Avrebbero dovuto approfittare del momento in cui l'anziana signora sarebbe scesa al capanno per prendere la legna e avrebbe lasciato il portone aperto.

[..Continua..]

"Se non sai cosa è l'Alchimia, ogni tuo tentativo è una fantasia."