sabato 12 novembre 2016

L'albEro dI mELE_



"Un giorno qualunque, mi raccontasti di quando da ragazzino in un pomeriggio qualsiasi, tu passavi sotto l'albero di mele, e mentre i tuoi fratelli ed i loro amici ne mangiavano e ne portavan via a magliette piene. Tu li guardasti senza pensar a niente e te ne andasti a casa.
Al ritorno tua madre ti prese a schiaffi convinta che anche tu avevi mangiato quelle mele che non t'appartenevano.
Gli dissi la verità, ma come ben si sa, quando s'è acceccati tanto il cor non sale in mente!"


Ed allora io compresi sol na' cosa, quando vedi qualcuno rubar nelle anime altrui, anche se osservi senza giudicar, e tanto s'è colpevole d'aver visto ciò che a tutti c'accomuna:
l'aggrappacce a ciò che el destino a mala pena ce matura!




Autore: Docean Drop

La steSSa PolvEre


Io ricordo te attraverso me,
io provo emozioni ancora fisse nella mente come fuoco su pelle.
Fra i tuoi sorrisi rotolare giù negli inferni creati.
Facile sfogare prigioni su anime sconosciute,
quante ferite nate e non riemarginate.
Quanta strada prima di imparare ad amare ed a non giudicare.
Io non so come Dio abbia sognato questo mondo, che ha l'odore di purgatorio,
tra salite e discese, ma chiedo scusa
a tutti quei riflessi dell'animo umano, 
dalle passioni ai vuoti d'aria.
Chiedo scusa ai gesti lasciati sospesi,
ai desideri insistenti e non compresi,
scusa alle tue parole prive d'amore,
scusa ai tuoi incessanti pensieri.

Io attraverso te ricordo me,
anime: qua respiriamo la stessa polvere di passi diversi.

Autore: Docean Drop

mercoledì 9 novembre 2016

Riflessioni di ince-(se)-nso senza tormento




"Non c'è niente qui,
che non valga la pena
d'esser vissuto."

Le mie parole fanno capriole in questo foglio bianco. Chi sono? Da dove vengo? Che cosa farò?
Poi mi affaccio alla finestra, quando giunge il buio autunnale, prossimo all'inverno. 
Non provo tristezza, solo il senso di esser straniera a me stessa.
Fino a ieri dicevo cosa fare, dove andare, avrei fatto così, sarebbe andato cosà.
Ed invece, tu guarda come d'improvviso cambia, basta un'idea diversa, basta un pensiero, anche un movimento diverso che tutto d'un tratto se' interrompe, persino le preoccupazioni che fino a ieri aleggiavano nella tua mente svaniscono: progetti, cose che avresti fatto in determinate date, e perchè no, anche orari!
Chissà se anche gli immigrati provan questo, oppure stan meglio di chi si preoccupa d'un tratto di trovarsi senza niente! Meglio non pronunciarsi sulla questione, fosse mai che una parola di troppo o di meno e tanto basta per darti del razzista o dell'altruista a pagamento.
A 25 anni se non ti dai una mossa a far qualcosa, come potrai esser utile alla famiglia.
Pensieri, pensieri... diciamoci la verità, pensieri senza senso!
è il senso che gli da la società e tutto quello che gl'aggira intorno! Persino le regole grammaticali m'hanno stancato, ora parlo un po' come me' vien fatto!
Perchè le domande poi son tutte per te, non per gl'altri!
Quanto t'affanni? Quanto cerchi? Quanto bivacchi? Quanto affondi?
Esami di coscienza. Ma sti esami, sempre sto esaminare, a quanto serve? A sapere realmente quanta strada hai fatto? Oppure è un darsi voto alla faccia degl'altri?

Chi lo sa, sta di fatto che più che mai sta strada senza più percorso, senza più campagna, ne boschi, ne mare, me la son cercata da sola. Ma come? Dici sul serio? Ebbene, mi fa male dirlo, ma ho la sensazione che sia così.
è una lezione che io ho chiesto al Divino. E se tu non credi, come puoi creder alle mie parole? Tanto vale che chiudi sta pagina web e ti guardi un po' di TV, o qualche film all'americana.
Diversi giorni fa chiesi fra silenzi e preghiere, chiesi nel mio cuore, come potevo donare la mia vita al Signore, quale insegnamento mi avrebbe dato, per dare una svolta maggiore a questa vita.
Eppure sì, fino ad ora mi sono impegnata tanto... ma allora, non era abbastanza. A quanto pare non era abbastanza da porre fine ad una questione.

Ora mi ritrovo che ho di fronte quasi un mese e mezzo prima di chiudere un'esperienza e iniziarne un'altra, cosa farò in questo mese e mezzo. Cosa farò? 
Dormire di meno, abbandonarmi di più a quei doveri senza metter l'anima in castigo. Fallo e basta.
C'è sicuramente un insegnamento dietro a tutto questo.


Ora infatti, ma solo ora, vorrei piangere per cancellare via tutto quello che mi ero proposta di fare in questo mese e per i prossimi. C'è un insegnamento dietro a tutto questo.
Affidarsi sempre, abbandonarsi totalmente nelle sue mani, chiedere il suo aiuto all'interno di te e non dall'esterno, chiedere la sua presenza in te, costantemente ricercare silenzio e contemplazione. 


Non c'è via spirituale in chi s'affanna solo per il pane. Eppure cercando il pane, troverai la via.

[Pagina di diario di Docean Drop]







giovedì 3 novembre 2016

Il Miracolo di trovarti Qui_ "Dialogo fra Anime"

"Sei. 
Tu sei mia. Come il miracolo giunto solo, solo per me stesso."
"Non pronunciar parole così dure, questa condizione avrà un giorno fine."
"Perchè mai, mia cara?"
"Perchè t'accechi di creder di poter possedere, quando nulla mai sarà tuo, null'altro che il tuo spirito ti possiede il corpo."
"Eppure ora tu sei qui, vorresti forse esser altrove quando giaci con me?"
"No, Alexandro, se sono qui è perché in te bramo la tua libertà, e sei docile e gentile come un bambino al quale non è stata tolta la fede."
"Sì, io credo"
"Se credi allora perchè vuoi che io sia tua per sempre? Qui nulla dura per l'eterno.."
"Perchè credo anche che questo amore, folle e puro amore, che io provo nei tuoi confronti, non sia solo il piacer di contemplare la bellezza delle tue forme, ma anche delle tue invisibili vibrazioni"
"E dunque?"
"Dunque contemplo la tua anima, ed in essa io mi specchio e vado oltre."

_ Lunga pausa di silenzio _

"Ciò ti cruccia, mio tesoro?"
"No, Alexandro, le tue parole sono candide come questa Luna che pur cambiando luce, rimane sempre chiara e vivida a se stessa. Ho timore, comunque, che tu un giorno possa soffrirne, e smettere di esser come essa."
"Viola, qualsiasi cosa accada, questo amore non avrà fine, anche se io morissi, ti porterei con me, oltre la vita terrena. E lì, dove si ricongiungono le anime, t'aspetterei."

_ L'abbraccio di Alexandro è un caldo fuoco e sciogliendo i nodi interiori di Viola, i loro occhi si sporgono oltre le acque del lago_




Il treNO

http://www.deviantart.com/art/Work-in-Progress-I-303031403

Spesso il cuore, mi tace in gola, come una donna che no,
non può all'amato proferir parola per il terror di non esser compresa.
Spesso il cuore, mi tace in gola, per timor di scoprire che nulla è cambiato, ed io, 

ed io non saprei accettarlo.
Spesso il cuore, non palpita per ritmo al divino vivere, ma sorseggia come una vecchia il the che non ha più il sapore della gioventù eterna dello spirito.
Spesso il cuore, romba da sé come un tuono che il ciel non avverte, e spazza via

quelle insolite sicurezze che hanno avuto radici sul bagnasciuga.
Spesso il cuore, cerca come una volpe affamata la sua stella unica ed amata, quella che nessun altro potrebbe conoscer strada, tra la notte e la dormiente alba.

E dopo tutto questo, m'accorgo che il cuor non ha colpe, non ha vergogne, se non la mente, il pensier che lo lega come un cane alla catena a quel tronco morto e nudo della cieca ragione.
Ragione che non ha ragione, ma che sghignazza e contesta come un nobile senza trono e senza patria finge d'esser a casa.

Non c'è sofferenza e non c'è gioia, se tutto lo scorrer del tempo avesse lo stesso suono che ha il ruscello quando colmo d'acqua zampilla tra i sassi.
Ed io non dormo per far festa al giorno, ma per viver il segreto dei miei sospiri.
E quando giunge il sorriso, è segno che ogni male non è sparito, ma danza come un uomo con la sua sposa.
Viver questo è il binario di quel treno chiamato Eterno.


Autore: Docean Drop

mercoledì 2 novembre 2016

La natura di Buddha _ "La Disciplina"


 
La natura di Buddha” di Dilgo Khyentse Rinpoche



E’ corretto il mio modo di meditare? Ma faro’ mai qualche progresso? Raggiungero’ mai il livello del mio maestro spirituale? Combattuta tra la speranza ed il dubbio, la nostra mente non e’ mai in pace. A seconda del nostro umore, pratichiamo un giorno intensamente, e il successivo non facciamo nulla. Siamo attaccati alle piacevoli esperienze che emergono dallo stato di calma mentale, e poi abbandoniamo la meditazione quando non riusciamo piu’ a rallentare il flusso dei pensieri. Non e’ questo il modo giusto di praticare.

Quale che sia lo stato dei nostri pensieri, dobbiamo applicarci con volonta’ alla pratica regolare, giorno dopo giorno, osservando il movimento dei nostri pensieri e rintracciando la loro sorgente. Non dobbiamo pretendere d’essere immediatamente in grado, giorno e notte, di mantenere il flusso della nostra concentrazione.

Quando cominciamo a meditare sulla natura della mente, e’ preferibile fare brevi sessioni di meditazione piu’ volte al giorno. Con la perseveranza, progressivamente capiremo la natura della nostra mente, e tale comprensione diventera’ sempre piu’ stabile. A questo punto i pensieri non avranno piu’ potere di disturbarci e di sottometterci.

Il vuoto, natura ultima del Dharmakaya, corpo assoluto, non e’ un semplice nulla. Esso possiede intrinsecamente la facolta’ di conoscere tutti i fenomeni. Tale facolta’ costituisce l’aspetto luminoso e cognitivo del Dharmakaya, la cui espressione e’ spontanea. Il Dharmakaya non e’ il prodotto di cause e di condizioni ma e’ la natura originale della mente.

Il riconoscimento di questa natura primordiale assomiglia al sorgere del sole della saggezza nella notte dell’ignoranza: il buio e’ istantaneamente cancellato. La chiarezza del Dharmakaya non sorge per poi calare come la luna, ma e’ come una luce immutabile che risplende dal centro del sole.

Quantunque le nuvole si raccolgano in cielo, la natura del cielo non ne viene corrotta, e quando le nubi si disperdono il cielo non ne viene migliorato; il cielo non diviene piu’ piccolo o piu’ vasto; esso non cambia mai. Vale lo stesso per la natura della mente: non e’ viziata dall’arrivo dei pensieri ne’ e’ migliorata dalla loro sparizione. La natura della mente e’ il vuoto; la sua espressione e’ la chiarezza. Questi due aspetti sono essenzialmente delle semplici immagini designate per indicare le diverse modalita’ della mente. Sarebbe inutile attaccarsi alla nozione di vuoto e poi a quella della chiarezza, come se fossero identita’ indipendenti. La natura ultima della mente va al di la’ dei concetti, al di la’ delle definizioni e di qualsiasi frammentazione.

“Potrei camminare sulle nuvole!” dice un bimbo. Ma se potesse veramente raggiungerle non saprebbe piu’ dove appoggiare i piedi. Allo stesso modo, se i pensieri non sono esaminati, sembrano avere un’apparenza solida; ma una volta esaminati si scopre che non c’e’ nulla. E’ quello che si dice vuoto ed apparenza nello stesso tempo. Il vuoto della mente non e’ il nulla, ne’ e’ uno stato di torpore, perche’ esso possiede, per sua propria natura, una facolta’ luminosa di conoscenza che chiamiamo Consapevolezza. Questi due aspetti, vuoto e Consapevolezza, non possono essere separati. Sono essenzialmente uno, una cosa sola, come la superficie dello specchio e l’immagine in esso riflessa.

I pensieri si manifestano nel vuoto e sono riassorbiti in esso come un viso appare e scompare innanzi ad uno specchio; il viso non e’ mai stato nello specchio, e quando non vi e’ piu’ riflesso non ha certamente cessato di esistere. Lo specchio medesimo non e’ mai cambiato. Quindi, prima d’intraprendere il nostro percorso spirituale, rimaniamo nel cosiddetto stato “impuro” del samsara, che e’ in apparenza governato dall’ignoranza. Allorquando ci avviamo sul sentiero spirituale, oltrepassiamo uno stato in cui ignoranza e saggezza si confondono. Alla fine, nel momento dell’Illuminazione, esiste solo la pura saggezza. Ma per tutta la durata del nostro viaggio spirituale, sebbene ci sia un’apparenza di trasformazione, la natura della mente non e’ mai cambiata. Non e’ stata corrotta all’inizio del nostro cammino e non e’ migliorata nel momento della realizzazione.

Le qualita’ infinite ed inesprimibili della saggezza primordiale “il vero nirvana” sono parte integrante della nostra mente. Non e’ necessario crearle, non e’ necessario fabbricare qualcosa di nuovo. La realizzazione spirituale serve solo a rivelarle tramite la purificazione, che e’ la via. In ultima analisi queste qualita’, se le si considera dal punto di vista assoluto, sono anch’esse puro vuoto.

Allora il samsara e’ vuoto, il nirvana e’ vuoto, e di conseguenza nessuno e’ “cattivo” e nessuno e’ “buono”. Colui che realizza la natura della mente e’ libero dall’impulso di rigettare il samsara e di ottenere il nirvana. E’ come un bimbo, che contempla il mondo con innocente semplicita’, senza concetti di bellezza o di bruttezza, di buono o di cattivo. Non e’ piu’ preda di tendenze conflittuali, che sono la sorgente dei desideri e delle avversioni.

Non serve a niente preoccuparsi delle disavventure della vita quotidiana, come un bambino che si diverte a costruire un castello di sabbia e poi piange quando il castello collassa. Osserva come gli esseri puerili si precipitano nelle difficolta’, come la farfalla che si cala nella fiamma di una lampada come se volesse appropriarsi di cio’ che desidera e liberarsi di cio’ che aborre. E’ meglio abbandonare il fardello che tutti questi attaccamenti immaginari ci fanno portare sulle spalle.

Lo stato di Buddha contiene in se’ cinque “corpi” o aspetti di Buddhita’: il Corpo Manifesto, il Corpo di Perfetto Godimento, il Corpo Assoluto, il Corpo Essenziale e il Corpo Immutabile di Diamante. Tali corpi non vanno cercati al di fuori di noi: essi sono inseparabili dal nostro essere, dalla nostra mente. Non appena riconosciamo questa presenza, la confusione termina. Non abbiamo piu’ bisogno di cercare l’Illuminazione al di fuori di noi. Il pellegrino che approda su un’isola fatta interamente d’oro fine, non trovera’ una singola pepita, per quanto possa cercarla. Dobbiamo capire che tutte le qualita’ del Buddha sono sempre esistite di per se’ nel nostro essere.