sabato 29 aprile 2017

Più nulla da perdere


Al di là
della quercia
ho udito i passi
del fuoco,
sotto ad un umido sole,
ho poggiato il capo
ad un duro tronco.
La primavera è giunta
come giungono tutte le stagioni:
non c'è gioia
e non c'è tristezza.

Dove siede la mia vita,
in questo scorrer del tempo?
Il riposo è il ristoro dell'animo,
che s'acquieta dopo tanto ruggire
in mezzo al mondo, l'ego.
In me s'accosta persino l'ombra,
che mi parla, e parla tanto,
di tutto il giudizio universale,
eppure io non vedo ciò
che lei vuol che io veda,
mi basta osservare quel filo d'erba
che tintenna allo scurir della luce,
si muove e si piega quando infervorisce il vento,
ma non muore, dalla terra continua
a succhiar il suo nutrimento.

Allora mi sobbalza in cuore la compassione,
ed una lagrima segna l'intera non mia esistenza.
Piango come piangono i bambini.
Nessuno sa del mio pianto
e nessuno sa come il fuoco
mi arde ma non mi consuma.
Come si può spiegar questo
a chi non siede e non fugge?

Tutto mi par finzione, persino
il mio corpo si muove in un sogno,
che tutti chiamano realtà.
Sarebbe banale dire:
guarda attentamente come ognuno recita la sua parte,
indistintamente.
Dentro hanno cicloni di parole
e se potessero mostrare i loro demoni,
il mondo sarebbe più luce
che ombre.

Non mi resta che sospirare,
e soffiare sui carboni ardenti,
che s'accendono come stelle invece di perire.
Eppure anch'esse un giorno moriranno.
Non ha timore chi osserva,
consapevole che l'eternità
è solo un'altra pagina,
di tante pagine lette
da chi non ha più nulla da perdere.


Dal diario di Docean Drop


2 commenti: